Le interviste di Brigantino e don Virgilio

 

Camillo Benso conte di Cavour

(serie infamoni francesi)

Viva 'o Rre!

Nel mezzo del cammin che, in Napoli, mena da Santa Lucia al Pallonetto, lì v’è il Vico Storto, donde Brigantino ha la dimora, e don Virgilio fa l’attento guardaporte.

Don Virgilio: Anime del Purgatorio, AIUTATECI! Brigantino sta male: crede di essere il Re d’Italia!

Una Luciana: Come, come? Chillu bravo giovane! Uh, Madò, che disgrazia! Chiammate a Donna Cuncetta ‘a fattucchiara!

Un Luciano: Ma chi è stù Brigantino? Non ce l’ho presente. È un’e nuje?

Brigantino (in lontananza): Je suis le roi de l’Italie, le pere de la patrie! ‘O vulite capì, Napolitaines de mon estivales!

Don Virgilio: Nun l'ha maje parlato bbuono ‘o francese …

Donna Cuncetta ‘a fattucchiara: Neh, Virgì, qua il fatto è grave. Cuontame bbuono tutto dall’inizio, e dammi ddoje alici fritte, che tengo un po’ d’appetito!

Don Virgilio: Quello, il dottore, tiene la mania di intervistare persone antiche, in quel posto dove fa tanto caldo … CAPISCIMI A ME, Cuncè! (Evvì canno le alici) Io tengo qualche amicizia in alto, e gli organizzo gli incontri. L’altro giorno venette una bella postina, pareva un angelo, e portò il permesso per colloquiare nientemeno che con Cavour! Ci mettemmo subito in viaggio ed arrivammo ad un fiume nero: “Guai a voi anime prave!” dicette il traghettatore ma, appena vista la lettera di raccomandazione, si mise a disposizione. Ci stava pure nu piezz'e cane di nome Bossi, che schiumava bava tale e quale a Cerbero (hai presente, Cuncè?). Passato il fiume, venimmo presi in consegna da due bersaglieri di Lamarmora, che hanno la divisa rossa, le corna ed il forchettone. Vittorio Emanuele III, che fa il giovane dell’ascensore, ci fece scendere in un sotterraneo. Così arrivammo a destinazione! Sta a sèntere, Cuncè...

Terzo: Terroni puzzoni scostumatissimi! Vi rammento che è d'uopo regalare al boy dell'ascensore!

Brigantino: Virgì! I taralli con la sugna ce li mangiamo NOI, così Terzo si impara l’educazione …

Terzo: 'O tarallo ca’nsugna e pepe! Ti supplico, dammelo ... almeno un pezzo ... te lo sei magnato tutto! Si 'n omm'e niente, pure 'e scarrafune so' meglie e te! V'avissemo accise a tutt quant a vuje napulitani!

Don Virgilio: Dottò!  Guardate quante fiamme! Pare una bolgia!

Lo maggior corno della fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando pur come quella cui vento affatica, indi la cima qua e là menando come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse:

Cavour: Mi consenta, garçon! Son Camillo Benso, Conte di Cavour, franco rampollo del casato di Uberto, che nel 1150 ottenne in Chieri i feudi di Baldissetto, di Ponticelli e Santena. Dei due rami che ne sortirono, io appartenni ai Ponticelli. Nel 1649 il duca Carlo Emanuele II ci conferì il marchesato, che spettò ai primogeniti. Ai cadetti, qual io fui, il titolo di Conte. Mon pere, Michele, mi fece massone. Mon frere, il marchese Gustavo, si votò invece all’oscurantismo clericale e mi contrastò sempre. Feci il Piemonte e poscia l’Italia, manovrando tutti, tessendo trame di gran politica. Ma mi dipartii precoce, e ciò sottrasse il paese novello all’illuminata mia guida, poco dopo che prendemmo Gaeta. Non ebbi né dolcezza di figlio, né debito d’amore per una donzella. Fui vinto sempre dentro da me dall'ardore che ebbi a divenir del mondo conduttore, e delli vizi umani e degli affari speculatore!

Brigantino: Avete fatto tante cose, è vero, ma avete pure speso tanti soldi: il Piemonte preunitario era alla bancarotta, ed è stato salvato con i soldi di noi Meridionali!

Cavour: Modernizzai il Piemonte, costruii 900 km di vie ferrate. Mi feci amica l’Inghilterra mandando l’esercito in Crimea. Ottenni l’alleanza di Napoleone III fornendogli la migliore delle concubine: la Contessa Castiglione. Così  vinsi l’Austria nel 1859 senza versar sangue piemontese. Maneggiai la crisi del ’60 sul fil di lama e diedi al Savoja un regno vero! I soldi? Un investimento che ebbe il suo ritorno!

Brigantino: No, Conte, non ci fu ritorno, perché a chi ci mise i soldi, cioè il Sud, non tornò niente! Anzi il Meridione fu chiamato a sovvenzionare l’Italia per almeno altri 100 anni, con l’emigrazione, il risparmio, le terre, il sangue dei soldati!

Cavour: Bugie dell'opposizione! Voi, garçon, siete un magistrato comunista, nevvero?

Brigantino: …E qui come vi trovate? Sopportate ‘sto caldo?

Cavour: Brucio per 12 ore al giorno nell'olio bollente. Pel resto, il Principe mi affida la cura dei suoi affari. “Che tutto vada all’Inferno!”, dice: ed io spendo e spando!

Don Virgilio: Scusate, signor conte, ma siete proprio sicuro che è olio bollente: stò fieto! … stò colore marroncino ...

Cavour: Ho anche una prerogativa che, se volete, con voi sperimenterò: feci di un puttaniere un re. Farò di te, garçon, un altro Victor Emmanuel Dosiemme!

Don Virgilio: NO, Dottò, non fatevi TOCCARE! …. NOOOO!

Don Virgilio: Allora, donna Concetta, che si può fare? (Neh, ma vi siete mangiata tutte le alici?!)

Donna Cuncetta: La tenete una foto di quel discendente carn'a nnecchia, come si chiama? … Emanuelo Filiberto? Beh, procuratevela e fategliela vedere!

Brigantino: NOOO! Filiberto NO! Ed io sarria l’avo di quello? Noooo: GUARISCO SUBITO!

Viva 'o Rre!

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