Pensiero Meridiano

La grande confusione

di Antonio Casolaro

Vado chiedendomi da tempo: chissà quale sarà l’aspetto normale dell’uomo del predellino? Una domanda non casuale legata al fatto che questo signore a ben vedere nella sua, come dire, autenticità non è mai apparso né è dato supporre quale essa sia. Il suo fare, il suo presentarsi sono sempre stati il portato di una sorta di recita. Dell’attore cioè che interpreta una commedia non sua e che vuole rendere e trasformare, per la enorme vanagloria della quale è succube, in opera originale quasi unica e quindi insuperabile.

Se ciò è vero, come credo che sia, dovrà pur esserci penso l’uomo non attore, quello che dopo la performance sul proscenio del teatro, seduto davanti allo specchio del suo camerino, senza più trucco rientra tra la moltitudine umana.

Ed invece per i comuni mortali l’autentico “ghe pensi mi” appare come una sorte di “Carneade” di manzoniana memoria, mentre, invece, sarebbe stato giusto saperne di più. Soprattutto dal momento che da quasi vent’anni è a cassetta del paese con i risultati che non hanno bisogno di particolari interpretazioni: sono stati un fiasco completo.

La storia umana è piena di “unti del signore” di personaggi che si sono sentiti scelti dalla “divina provvidenza” e che in forza di questo autoconvincimento si sono proclamati condottieri, capi e che invece al tirar delle somme sono stati dei semplici e modesti caporali.

Ancora oggi l’ultimo “figlio di dio” tra un periodo di riposo presso un centro benessere a Malindi in Kenya, scandito da passeggiate e pasti rigorosamente disciplinati dalla dieta impostagli per tornare tonico e pimpante - dice lui, se poi lo sia è tutto da vedere -  ed una visita alla squadra del cuore per rincuorarla ed infondere nei suoi giocatori nuovi stimoli e voglia di vincere, alla fine si è chiuso nella torre di comando per studiare le nuove strategie per il futuro tutte finalizzate in cuor suo a come riproporsi premier. Di certo conoscendo il soggetto di qui a qualche giorno potrebbero rinnovarsi i fasti dell’illusionista sik,sik l’artefice magico e dal famoso cilindro potrebbe uscire invece dell’annunciato dinosauro un povero e spennacchiato pollo di allevamento.

Tutto ciò mentre ex ministri, deputati e senatori che per anni lo hanno acclamato e sostenuto non sanno ancora se saranno innanzitutto ripresentati alle elezioni per il rinnovo delle camere e se dovranno partecipare ad una sorta di primarie per scegliere, insieme ai sostenitori del partito che non c’è, il premier che dovrà contrapporsi a Bersani. E questo perché l’uomo delle burlesque è alla ricerca del coup de théatre per riproporsi come capo dello schieramento e quindi poi decidere a chi rinnovare il mandato per palazzo Madama o  Montecitorio.

Dall’altra parte

I sostenitori del PD hanno scelto, e, come era prevedibile dopo la prima tornata, Bersani ha vinto con largo margine. Il sindaco di Firenze ha ben figurato, tuttavia forse non ha convinto fino in fondo, nel senso che il messaggio del rottamare la vecchia politica per proporne una nuova anche se è un’aspettativa su cui convengono e convergono scelte e consensi, non costituisce maggioranza, specialmente poi in un elettorato razionale e passatista per larga parte come quello del PD, il quale appunto per questo ha creduto in Bersani come possibile rinnovatore, come dirigente capace di riavvicinare la gente alla politica e sostanzialmente generare la svolta: staremo a vedere  a cominciare per esempio dallo svincolarsi dai diktat dell’UE emblematicamente rappresentato dal fiscal compact che dovrà essere recepito col principio costituzionale del pareggio di bilancio, il quale potrà essere sforato solo in caso di guerre, inondazioni e terremoti nonché per gravi recessioni economiche, esclusa quella in atto: una vera follia ! Ecco una occasione per inondare di profumo di sinistra il paese

Ben diversa appare viceversa la disponibilità dell’elettorato che si ritrova nel messaggio di Grillo. Un elettorato che ormai ha chiuso con la politica ed ha chiuso alla luce dei risultati assolutamente poco edificanti che la classe politica, particolarmente della seconda Repubblica, ha prodotto. Una classe politica dimostratasi incapace e largamente corrotta. Una classe politica autoreferenziale assolutamente lontana dai bisogni e dalle necessità della gente, una nuova aristocrazia che ha pensato solo e soltanto a se stessa, distruggendo ricchezza e  senza essere in grado di capire ed affrontare la più grave crisi economica e sociale dalla fine della seconda guerra mondiale.

Intanto

Di qui a qualche mese il paese rinnoverà i propri rappresentanti al Senato ed alla Camera dei Deputati.

Il prossimo governo si troverà di fronte un paese profondamente ammalato. Un paese attraversato da una cupa sfiducia, conseguenza dell’arretramento pauroso sul piano dei livelli di vita, con un tasso di disoccupazione mai raggiunto prima, con una diminuzione del potere di acquisto dei salari, degli stipendi e delle pensioni pauroso, con qualcosa come il 20% della popolazione che non ha i soldi per pagare l’affitto, il riscaldamento, il gas e la luce.

Con una prospettiva, stando alle proiezioni dei più seri, rigorosi e scientifici istituti di ricerca del paese, peggiore rispetto a quella dell’anno che di qui a pochi giorni chiuderà i battenti. E ciò perché questo paese è attraversato da una specificità tutta sua, ben nota alla classe dirigente quale è quella del deterioramento della struttura industriale, cominciata molti anni fa – cavaliere quali sono state le iniziative da te intraprese per frenare la degradazione? Diccene una, siamo tutto orecchie! – e che ci vede agli ultimi posti in Europa quanto a numero di grandi imprese.

Infatti i tassi di crescita che si prevedono per l’anno prossimo saranno bassissimi ed al limite negativi, non in grado quindi di generare incremento dell’occupazione. A fine anno quasi tre milioni di italiani saranno in cerca di lavoro senza trovarlo. A questo drammatico dato si aggiunge che ci sono altri tre milioni di precari, quasi tutti giovani. Uomini e donne che galleggiano, che lottano spasmodicamente per non affondare e che proprio per questo non sono in grado di pensare ad altro. Il loro imperativo categorico è sopravvivere.

Entro il 17 i possessori di case a cominciare da chi scrive, reo di aver acquistato a cambiali nei lontani anni settanta un’abitazione, dovranno pagare l’IMU. Una vera porcata ancor più violenta e infame dal momento che un patrimonio immobiliare immenso quale è quello della Chiesa è escluso. Un’istituzione quella della Chiesa che costa al contribuente italiano miliardi di euro e che produce servizi come le scuole, la sanità, il turismo, i fitti immobiliari tutti in buona parte esclusi dall’imposizione fiscale. Una istituzione che interferisce nella politica e nelle scelte del paese contrapponendosi con i propri dogmi al libero dibattito fino a proibire di fatto scelte e programmi come fu col divorzio, con l’aborto necessario, con la scuola pubblica e così via.

L’annus horribilis fino all’ultimo terrà fede al suo significato. Di certo se è stato tale è dipeso dall’azione contemporanea di più forze convergenti tutte concordanti nel trasferire sulle masse popolari i disastri prodotti dal liberismo quale gestione contemporanea del capitalismo. Si tratta allora di costruire una risposta riparatrice, capace di porre al centro della politica i bisogni essenziali – lavoro, casa, scuola, sanità, ambiente – delle donne e degli uomini.

Diversamente altri come questo annus horribilis ci aspettano.

Antonio Casolaro - Caserta

3 dicembre 2012

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