Ma qualcuno sarà pure
responsabile del disastro? O No!
di Antonio Casolaro
È
inutile però piangere sul latte versato direbbe qualcuno a chi di fronte
alle misure assunte dal governo Monti si chiedesse: ma se siamo arrivati a
questo punto ci sarà pure un responsabile, qualcuno che non ha vigilato, che
non è intervenuto, che ha lasciato che le cose continuassero ad aggravarsi?
E no caro Lei mi andrebbe di dire a chi quasi fatalisticamente rispondesse
con il vecchio proverbio citato all’inizio. Non sono per nulla d’accordo di
assolvere impunemente un ceto politico ed il suo più sintomatico e
significativo rappresentante per come ha gestito il paese alla luce dei
risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che ahimè si tradurranno
specialmente per disoccupati, pensionati, lavoratori e lavoratrici in
lacrime e sangue per i sacrifici cui dovranno sottoporsi.
E
allora dal momento che lo tsumani che ci ha coinvolti è dipeso e dipende
dall’enorme debito pubblico appare giusto, con l’ausilio delle rilevazioni
statistiche e contabili, assumibili dal sito della Banca d’Italia,
verificare in primis l’andamento appunto del debito pubblico negli ultimi
dieci anni.
Va
premesso che negli ultimi dieci anni Berlusconi il “ghe pensi mi” ne ha
passati otto a fare il Presidente del Consiglio: dunque non si può dire come
prima constatazione che ciò che è oggi l’Italia in termini di debito
pubblico non sia anche e soprattutto il risultato di quello che ha fatto o
che non ha fatto il “caimano”, come lo chiamò Moretti in un film del 2006.
Il
debito pubblico italiano era di 1.261,804 miliardi di euro nel dicembre
2000. E’ salito a 1.883,748 miliardi di euro a settembre 2011. Questi sono
numeri Presidente “ghe pensi mi”, parlano chiaro, ed allora come la
mettiamo?
Ed
ancora il potere di acquisto reale nel nostro paese era all’inizio del
decennio di circa 15.200 euro per abitante: nel 2009 – ultimo dato trovato –
è diventato 14.200 euro, circa 1.000 in meno; altro che non mettere le mani
nelle tasche degli italiani, Presidente “ghe pensi mi”!!!!
La
ricchezza finanziaria netta delle famiglie italiane era nel 2000 pari a
circa il 2,2% del Pil. Alla fine del decennio si è ridotta a circa l’1,5%.
Un tale risultato in una qualsiasi azienda avrebbe come minimo determinato
la sostituzione dell’intero C.d.A. o dell’Amministratore Unico Delegato, Lei
invece Presidente “ghe pensi mi” ha continuato a governare e ad assicurare
il paese che tutto era al suo posto, che gli italiani erano ricchi,
riempivano i ristoranti, si divertivano ed invece evidentemente scambiava
lucciole o escort per lanterne.
Il
tasso di disoccupazione a Ottobre 2011 è salito all’8,5%. Si tratta del
valore più alto da maggio 2010 quando raggiunse l’8,7%. Lo ha pubblicato
l’Istat. Buon per il ministro Sacconi che non è più in carica, ma anche per
i disoccupati, i quali almeno si sono evitati al danno, e che danno, del non
lavoro il rituale dileggio di un ministro, che nei tre anni e mezzo ha solo
pensato a flessibilizzare cioè a rendere ancor più insicura l’occupazione
nel nome di una supposta e mai raggiunta maggiore produttività del sistema,
la quale guarda caso doveva dipendere solo e soltanto dagli addetti al
lavoro, senza includere innanzitutto l’aggiornamento in termini di ricerca
per l’innovazione del processo e dei prodotti. Ciò significava investire e
non come è stato fatto ossia distribuire agli azionisti i profitti
conseguiti.
Uno
dei cavalli di battaglia, si fa per dire, della propaganda del “caimano” è
stata e continua ancora ad essere la lotta ai comunisti. La risposta al
comunismo doveva passare attraverso la “libertà di intrapresa”. Ebbene
rispetto a ciò risulta che all’inizio del 2000 l’Italia in materia di
“libertà d’impresa” si collocava al 20° posto. Oggi il nostro paese si
colloca al 27° posto. Rispetto ad un punteggio massimo di 100 il nostro
paese ottiene un pietoso 35 ossia 16 punti al di sotto della Romania e 23
punti in meno della Bulgaria. Ciò significa che l’economia italiana oggi è
meno libera di quella dei paesi dell’ex blocco del socialismo reale ed è
distanziata di 40 posizioni dall’Irlanda che con 74 punti è la prima al
mondo, cui fa seguito la Danimarca e l’Inghilterra. Per avere un’idea del
cammino che il carro del “Bel Paese” ha compiuto con il Presidente “ghe
pensi mi” alle redini basti dire che oggi siamo al 60° posto nel mondo su
157 Paesi presi in considerazione col punteggio di 63,4% al pari con
l’Uganda. Ottimo risultato Presidente!!
Il
seguito sta nel cd “governo dei professori”, dai quali stando alla loro
altissima professionalità ci si attendeva se non altro una distribuzione
equa dei sacrifici imposti. Per esempio non avrebbe fatto epoca, non avrebbe
emulato la strage degli innocenti di Erode il Grande o quella della notte di
San Bartolomeo del 24 agosto 1572 ai danni degli Ugonotti se i capitali
rientrati a seguito dei cosiddetti scudi fiscali fossero stati tassati del
10% invece del modesto ed offensivo 1,5%. Il maggior introito sarebbe potuto
essere spalmato sulla strage delle pensioni mitigandone gli effetti,
evitando così le lacrime del Ministro Fornovo e soprattutto le madonne dei
colpiti.
Anche stavolta come dire Godot non verrà.
Articolo
trasmesso
dall'autore il 10/12/2011
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