Note sull'artista
La pittura di Maurizio Cariati sposa
il ritratto in modo innovativo con una visione con le ricerche spaziali
e ambientali dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento.
Cariati, infatti, lavora da tempo sulla fusione tra una pittura
rigorosamente dedicata alla rappresentazione del volto declinata con una
forte attenzione alla qualità pittorica e figurativa e l’utilizzo
dell’estroflessione che dai Gobbi di Burri in poi è diventato una sorta
di codice della presa di possesso dello spazio dello spettatore, della
rottura del limite del supporto da parte di un’opera d’arte che sconfina
verso i nuovi territori, in quel legame tra vita e arte già teorizzato e
portato avanti dal Futurismo. In questo senso anche la scelta di Cariati
di usare la juta grezza come supporto dei suoi dipinti rappresenta una
scelta in linea con Burri e con le ricerche che lo hanno seguito, un
elemento materico che vuole dare maggiore forza plastica a una pittura
in dialogo con lo spazio.
In questo modo la nuova pittura
iconica mostra la sua consapevolezza di ricerche che l’hanno preceduta e
che solo apparentemente sono opposte alle sue finalità e la volontà di
un giovane artista, in linea con le parallele espressioni di molti suoi
coetanei in tutto il mondo, di servirsi di codici, di risultati e di
riferimenti multipli per dare un più articolato e complesso senso alla
sua opera.
Le immagini di Cariati ottengono
pertanto una valenza doppia: sono uno studio sul volto, la psicologia,
l’espressione e allo stesso tempo sono un’indagine sulla luce, sulle
rifrazioni e sulle vibrazioni del colore in dialettica con il fondo
scuro delle opere e con la luce dell’ambiente che le contiene, in una
nuova declinazione del fare pittorico che travalica i suoi precedenti
termini per raggiungere una nuova e più intensa dimensione installativa.
Tratto dalla presentazione della
personale "Onde di luce", cura di Lorenzo Canova, direzione Gianfranco
Matarazzo, GiaMaArt studio Vitulano BN 25 settembre - 25 dicembre 2010 |