I ricordi
Hanno gracili
spalle
i bambini,
occhi curiosi
e agile la
mente irrequieta
e il pianto
improvviso
come la gioia
fatta di niente,
una biglia,
la scorza di
un albero,
il filo da
dipanare d’un inutile gomitolo.
Non recano le
alate spalle,
omeri curvi
agli altri,
i ricordi.
Che peso. I
ricordi.
Contarli
tutti. Li hai mai contati?
I tuoi,
grovigli di sterpi,
rovi a
macchie,
ciuffi di
lentisco nella cava di tufo
giallo-di-luna,
nutriti
dell’intrico dell’altro,
l’uomo, il
fratello.
Ai ricordi ho
lasciato,
orifiamme di
tante sconfitte,
brandelli
sempre più forti
di attese,
speranze e antichi propositi
e pensieri
d’inespressa bontà.
Rare volte è
fiorito per me il gelsomino,
petali in
croce, smemorante profumo
d’estate
la sera
al caldo
scirocco.
Michele
Campione
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