“Un viaggio lungo due anni
– dichiara Francesca Blasi nell’introduzione - intrapreso durante
la mia collaborazione al settimanale “Agire”. Ho intervistato
professori universitari, ex sindaci, presidenti di Provincia,
cavalieri del lavoro, industriali, pittori ed artisti della parola e
della materia.
Mi sono intrufolata nei
sentieri del loro passato. Ripercorrendo tappe significative della
loro esistenza e, nel contempo, segmenti di storia di questa nostra
città. Ho ascoltato decine di vissuti che mi hanno appassionato,
emozionato ed anche intenerito. Ricordi di un passato ancora vivo
nella mente e nel cuore dei protagonisti, prezioso retaggio di un
presente per loro appena svanito.
Insieme a me, i protagonisti
di questo volume, hanno richiamato alla mente nomi, date, luoghi,
eventi politici, sociali, culturali e personali che avevano e
tuttora hanno valenza, non solo soggettiva, ma spesso anche di
memoria storica per Salerno ed il nostro Sud che si sono trovati ad
esserne cornici inconsapevoli. A questa terra c’è chi si è
avvicinato per motivi politici, chi per motivi prettamente
professionali e chi, infine, perché l’ha dipinta o racchiusa in un
racconto fatto di storie antiche e dimenticate. Ogni personaggio ha
lasciato dentro di me una traccia, un’immagine, una sensazione, un
brandello del loro passato. Che oggi è anche un po’ il mio”.
Prima di inoltrarsi nella lettura
del volume, è significato soffermarsi sulla prefazione di una firma
prestigiosa come quella del giornalista e scrittore Antonio Girelli.
“Prima di leggere questo
racconto di un lungo viaggio che Francesca Blasi ha compiuto in due
anni, per conto del settimanale al quale collaborava, attraverso la
realtà di Salerno, - sottolinea Antonio Ghirelli - ho
accettato volentieri di curarne la prefazione per via dell’amore che
porto da sempre alla città. Sono napoletano ma non mi sono mai
sentito né guelfo né ghibellino rispetto ad altri campanili
italiani, figuriamoci quelli della nostra Campania. Salerno, però, è
un amore particolare, forse nato quando appena decenne visitai, con
mia madre Cava dei Tirreni, dove un cugino, figlio dell’allora
podestà, partecipava ad un torneo di tennis, forse, molto più tardi,
nell’estate drammatica del ’43, quando passai le linee a Tramonti
per sfuggire al rastrellamento dei tedeschi e raggiunsi Salerno,
dove c’era già qualcuno del governo Badoglio a rappresentare, bene o
male, uno straccio di Italia libera.
Dopo di allora, molte altre
visite mi hanno legato ad una terra che somiglia tanto alla mia ma
che, per tante ragioni storiche, e non solo, è tanto diversa per
capacità di concentrazione, serietà di impegno, spirito pratico. Ne
discutevamo spesso con Alfonso Gatto lo straordinario poeta cui ebbi
la fortuna di legarmi come lettore, collega di redazione, compagno
di partito ed amico. E il destino ha voluto che sia stato invitato
poi più di una volta dagli amici del “Catalogo” e dal presidente
della Provincia Andria, a ricordare, in sale gremite di ragazzi e
ragazze commossi, i versi incantevoli e la dolcezza del grande poeta
salernitano. Il mio gemellaggio spirituale con la città di Arechi si
è definitivamente rafforzato, infine, il 10 maggio del 2002 quando
un gruppo di amici salernitani, mobilitati da Antonio Bottiglieri,
festeggiò in fraterna allegria i miei primi 80 anni.
Furono, dunque, tutti questi
precedenti a suggerirmi di accogliere volentieri l’invito di
Francesca Blasi a preparare una introduzione al suo libro. Non
sospettavo, in quel momento, di trovarmi di fronte ad un documento
di straordinario interesse e – diciamolo pure – di singolare
valentìa professionale, la cui piacevolissima lettura mi ha
consentito di integrare la naturale simpatia per Salerno con una
conoscenza approfondita, variegata, vasta della sua complessa
società, ossia della classe dirigente, dei professionisti, artisti,
imprenditori, politici che tessono ogni giorno, nei campi più
diversi, la tela di una comunità moderna e sensibile come poche, non
solo nel Sud ma in tutto il nostro Paese.
Auguro molta fortuna alla
collega Blasi non solo perché lo merita la sua scrittura ricca di
echi culturali e di vivacissima curiosità, ma anche per il prezioso
servizio che reca alla sua città con una galleria di personaggi che
la onorano in ogni settore della vita associata. Stupisce la folla
di artisti “della parola e della materia”, come dice Francesca;
colpisce (in una città del Sud) l’efficienza del ceto
imprenditoriale, insieme con l’intraprendenza e il civismo dei
politici, da Vincenzo Giordano ad Alfonso Andria, da Gennaro Rizzo
al terribile e formidabile Vincenzo De Luca; fa meditare l’impegno
generoso ed avvertito di scienziati, docenti universitari,
religiosi.
In altre parole, sono convinto
che il lettore di questo libro vi troverà molto spunti di interesse,
di stupore e di divertimento. A mio avviso, a Francesca Blasi si può
rimproverare un solo difetto, che è paradossale in una scrittrice:
nel suo affascinante repertorio figurano un numero troppo esiguo di
donne.
Vuol dire che potrà rifarsi
con il prossimo libro!”
In occasione della presentazione del libro il 4 luglio 2007 presso
il Salone di Rappresentanza "Girolamo Bottiglieri" della Provincia
di Salerno. |