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Gente del Sud

di Francesca Blasi

Edizioni 10/17

Un viaggio lungo due anni – dichiara Francesca Blasi nell’introduzione - intrapreso durante la mia collaborazione al settimanale “Agire”. Ho intervistato professori universitari, ex sindaci, presidenti di Provincia, cavalieri del lavoro, industriali, pittori ed artisti della parola e della materia.

Mi sono intrufolata nei sentieri del loro passato. Ripercorrendo tappe significative della loro esistenza e, nel contempo, segmenti di storia di questa nostra città. Ho ascoltato decine di vissuti che mi hanno appassionato, emozionato ed anche intenerito. Ricordi di un passato ancora vivo nella mente e nel cuore dei protagonisti, prezioso retaggio di un presente per loro appena svanito.  

Insieme a me, i protagonisti di questo volume, hanno richiamato alla mente nomi, date, luoghi, eventi politici, sociali, culturali e personali che avevano e tuttora hanno valenza, non solo soggettiva, ma spesso anche di memoria storica per Salerno ed il nostro Sud che si sono trovati ad esserne cornici inconsapevoli. A questa terra c’è chi si è avvicinato per motivi politici, chi per motivi prettamente professionali e chi, infine, perché l’ha dipinta o racchiusa in un racconto fatto di storie antiche e dimenticate. Ogni personaggio ha lasciato dentro di me una traccia, un’immagine, una sensazione, un brandello del loro passato. Che oggi è anche un po’ il mio”.

Prima di inoltrarsi nella lettura del volume, è significato soffermarsi sulla prefazione di una firma prestigiosa come quella del giornalista e scrittore Antonio Girelli.

Prima di leggere questo racconto di un lungo viaggio che Francesca Blasi ha compiuto in due anni, per conto del settimanale al quale collaborava, attraverso la realtà di Salerno, - sottolinea Antonio Ghirelli - ho accettato volentieri di curarne la prefazione per via dell’amore che porto da sempre alla città. Sono napoletano ma non mi sono mai sentito né guelfo né ghibellino rispetto ad altri campanili italiani, figuriamoci quelli della nostra Campania. Salerno, però, è un amore particolare, forse nato quando appena decenne visitai, con mia madre Cava dei Tirreni, dove un cugino, figlio dell’allora podestà, partecipava ad un torneo di tennis, forse, molto più tardi, nell’estate drammatica del ’43, quando passai le linee a Tramonti per sfuggire al rastrellamento dei tedeschi e raggiunsi Salerno, dove c’era già qualcuno del governo Badoglio a rappresentare, bene o male, uno straccio di Italia libera.

Dopo di allora, molte altre visite mi hanno legato ad una terra che somiglia tanto alla mia ma che, per tante ragioni storiche, e non solo, è tanto diversa per capacità di concentrazione, serietà di impegno, spirito pratico. Ne discutevamo spesso con Alfonso Gatto lo straordinario poeta cui ebbi la fortuna di legarmi come lettore, collega di redazione, compagno di partito ed amico. E il destino ha voluto che sia stato invitato poi più di una volta dagli amici del “Catalogo” e dal presidente della Provincia Andria, a ricordare, in sale gremite di ragazzi e ragazze commossi, i versi incantevoli e la dolcezza del grande poeta salernitano. Il mio gemellaggio spirituale con la città di Arechi si è definitivamente rafforzato, infine, il 10 maggio del 2002 quando un gruppo di amici salernitani, mobilitati da Antonio Bottiglieri, festeggiò in fraterna allegria i miei primi 80 anni.

Furono, dunque, tutti questi precedenti a suggerirmi di accogliere volentieri l’invito di Francesca Blasi a preparare una introduzione al suo libro. Non sospettavo, in quel momento, di trovarmi di fronte ad un documento di straordinario interesse e – diciamolo pure – di singolare valentìa professionale, la cui piacevolissima lettura mi ha consentito di integrare la naturale simpatia per Salerno con una  conoscenza approfondita, variegata, vasta della sua complessa società, ossia della classe dirigente, dei professionisti, artisti, imprenditori, politici che tessono ogni giorno, nei campi più diversi, la tela di una comunità moderna e sensibile come poche, non solo nel Sud ma in tutto il nostro Paese.

Auguro molta fortuna alla collega Blasi non solo perché lo merita la sua scrittura ricca di echi culturali e di vivacissima curiosità, ma anche per il prezioso servizio che reca alla sua città con una galleria di personaggi che la onorano in ogni settore della vita associata. Stupisce la folla di artisti “della parola e della materia”, come dice Francesca; colpisce (in una città del Sud) l’efficienza del ceto imprenditoriale, insieme con l’intraprendenza e il civismo dei politici, da Vincenzo Giordano ad Alfonso Andria, da Gennaro Rizzo al terribile e formidabile Vincenzo De Luca; fa meditare l’impegno generoso ed avvertito di scienziati, docenti universitari, religiosi.

In altre parole, sono convinto che il lettore di questo libro vi troverà molto spunti di interesse, di stupore e di divertimento. A mio avviso, a Francesca Blasi si può rimproverare un solo difetto, che è paradossale in una scrittrice: nel suo affascinante repertorio figurano un numero troppo esiguo di donne.

Vuol dire che potrà rifarsi con il prossimo libro!


In occasione della presentazione del libro il 4 luglio 2007 presso il Salone di Rappresentanza "Girolamo Bottiglieri" della Provincia di Salerno.

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