Piacere Barbazza, giurista
È il 20 luglio dell’anno 1479 e nella maestosa
Basilica di San Petronio, a Bologna, viene tumulato
con solenne pompa e pubblici onori, un illustre
personaggio che tanto lustro ha dato alla “Alma
Mater Studiorum” di quella città, la più antica
Università del mondo essendo stata fondata nel
lontano 1088.
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Andrea di
Bartolomeo detto "Barbazza" |
Tra le superbe arcate dell’ultima grande
architettura gotica italiana, iniziata nel 1387 poco
dopo il Duomo di Milano, la sesta chiesa più grande
d’Europa (132 metri di lunghezza, 66 di larghezza e
45 di altezza) e la quarta più grande d’Italia,
risuonano le parole di commemorazione del grande
personaggio di cui vengono intessuti i giusti elogi
per la sua dottissima attività di docente di Diritto
Civile e Canonico in quella città (oltre che a
Ferrara), dove aveva conseguito la laurea
esattamente quarant’anni prima nel 1439, il
bell’ateneo dove, nonostante i primi veri statuti
universitari risalgano al 1317, una fiorente scuola
giuridica esisteva già dall’XI secolo. E dove prima
di lui, colleghi studenti del nostro furono Dante
Alighieri, Francesco Petrarca, Guido Guinizelli,
Cino da Pistoia.
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Medaglia di bronzo
coniata dalla città di Bologna per la morte di Andrea Barbazza
(1479) |
Per lui la città di Bologna aveva coniato,
addirittura, una pregevolissima medaglia di bronzo
affidandone l’esecuzione ad uno dei medaglisti più
celebri e provetti del tempo, Sperandio di Mantova
(1431-1504). Medaglia che sarà poi pubblicata da
Rouille Guillaume nel suo “Del Prontuario de le
medaglie de più illustri, & fulgenti huomini &
donne, dal principio del Mondo insino al presente
tempo, con le lor vite in compendio raccolte”,
stampato a Lione nel 1553.
Dopo questa lunga premessa, pensiamo che sia adesso
giunto il momento di sciogliere l’arcano e
soddisfare la legittima curiosità dei fin troppo
pazienti lettori svelando l’identità di cotanto,
importante personaggio della Storia: il suo nome,
Andrea di Bartolomeo detto “Barbazza”; il suo luogo
di nascita, Camaro! Proprio così, il vetusto Casale,
uno dei quarantotto del territorio comunale di
Messina dove venne al mondo verso il 1415.
Un cammaroto consanguineo di re Pietro d’Aragona di
cui fu consigliere, favorito dai papi e dai sovrani
di Napoli, oratore dalla parola poderosa e sapiente
che parlò spesso alla Sorbona di Parigi; famoso in
tutta l’Europa per la sua attività di giurista che
lo portò a partecipare anche al Concilio di Basilea.
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Andrea di
Bartolomeo |
Andrea di Bartolomeo apparteneva al casato
Bartolomeo/de San Bartolomeo/de Bartholomeo de
Sicilia, ramo di Messina, i cui discendenti furono
detti “Barbazza” o “Barbaccia”. Tale mutamento di
cognome pare sia da imputare ad un matrimonio
contratto con una discendente del casato francese di
“Barbazan”. Ne “Il Blasone in Sicilia” di Palizzolo
Gravina (1871/75) si legge che il casato “Di
Bartolomeo d’Antiochia, regio milite”, ramo di
Messina, adottò il cognome “Barbaccia” o “Barbazza”
nel secolo XVI a Bologna, proprio con il nostro
Andrea. Di cui si legge tra l’altro, nella
“Biografia degli Uomini Illustri della Sicilia” data
alle stampe a Napoli nel 1842 da Giuseppe Emanuele
Ortolani: “I Sovrani di età sua lo colmarono di
onori e lo tennero in alta stima, essendo stato
creato dal Pontefice Nicolò V Cavaliere dello Spron
d'oro e dal Re Giovanni d'Aragona nel 1466, suo
famigliare e consigliere. Inviato al Concilio di
Basilea sotto Eugenio IV. Da egli si propagò la
nobile famiglia Barbazza fra le prime senatorie di
Bologna”.
Denominato dai suoi contemporanei “Principe e
Monarca della Giurisprudenza”, di Andrea di
Bartolomeo “Barbazza” ci rimangono, oggi, le sue
opere “Repetitio egregia ac peregrina legis cum
accutissimi C. de fidei commissi”, “Repetitio
solemnis rubrice de fide instrumentorum”,
“Commentaria ... in titulum De foro competenti usque
ad titulum De litis contestazione”, i “Consilium
divo ordini fratrum minorum […]”, il “De praestantia
cardinalum”, il “De Cardinalibus et legatis a
latere”, i “Commenti a Niccolò de’ Tedeschi”; molti
trattati dov’è ampiamente citato (Baldus degli
Ubaldi, “Opus aureum utriusque iuris”,1522,
dove nel frontespizio si legge “[…] doctissimi
domini Andree barbacie […]”, “Lectura tertia
pars super codicis V et VI libris edita
Bartholomaeus de Salyceto. Cum repertono Andreae
Siculi quem Barbaciam dicinius”,1515).
E rimangono la cittadinanza onoraria di Bologna dove
una via del centro storico reca il suo nome e la
splendida medaglia di bronzo con il suo ritratto di
profilo e l’iscrizione: “ANDREAS BARBATIA MESANIVS
EQVES ARAGONV Q REGIS CONSILIARIVS IVRIS VTRIVSQ SP
DIDISSIMV IVBAR”.
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Tribunale di
Messina, testa di Andrea di Bartolommeo sulla facciata (scultore
Antonio Buonfiglio) |
E a Messina?
Una piazza a Camaro Inferiore denominata “Barbazza”
senza altra indicazione e i cui abitanti continuano
a chiedersi chi fosse mai tale signore da meritarsi
una “’nciuria” simile, e una testa a tutto rilievo,
opera dello scultore messinese Antonio Buonfiglio,
sulla facciata del Palazzo di Giustizia con sotto il
nome “Andrea di Bartolommeo”: anche qui,
probabilmente, avvocati e magistrati si chiederanno
chi fosse mai costui alzando gli occhi
svogliatamente.
Nino Principato
http://www.messinaierieoggi.it/