L'Autonomia e
le Regioni
Editoriale del Portale del Sud
Indipendenza, autonomia: concetti di alto contenuto ideale. Chi può definirsi contro di essi? Noi certamente no. Sono semmai le applicazioni pratiche a destare perplessità, in quanto spesso attuate senza tenere conto del reale contesto. Siamo inoltre contrari all'enfatizzazione cui queste parole si prestano. Limitarsi a dire, come fa qualcuno, che si è favorevoli all'autonomia, intendendola come panacea del passato e tabula rasa su cui edificare il futuro, significa confondere il mezzo con il fine, ed equivocare sulla natura del mezzo stesso. A nostro avviso, per restare con i piedi ben piantati per terra, è necessario riscoprire il reale significato di "autonomia". In una vettura, o in una nave, l'autonomia è la quantità di spazio che quel mezzo può percorrere. L'autonomia è quindi una grandezza fisica. E non è una variabile indipendente, bensì cresce al crescere di altri fattori (combustibile trasportato, viveri, acqua, velocità, ecc.). Continuando il parallelo con la nave, per ottenere l'autonomia desiderata occorrono le strutture (scafo), il motore, gli impianti di bordo (infrastrutture), il combustibile (soldi), l'equipaggio (i cervelli pensanti), ecc. Perché serva a qualcosa, l'autonomia della nave deve risultare sufficiente per trasportare il carico (produzione, lavoro, sviluppo). Se gli elementi che generano l'autonomia sono invece insufficienti, la nave si ferma in mezzo al mare e resta in balia delle onde. In Italia ci sono due "navi": Sud e Nord. Attualmente Nord rimorchia Sud, che ha una minore velocità. Il perché non è tema di questo articolo, ma tutti noi sappiamo che Nord è stato costruito togliendo dei pezzi a Sud. A bordo delle due navi vi è scontento: Nord si lamenta di dover rimorchiare, ma continua a prendersi con questa scusa pezzi di Sud. Questo si sente una colonia e reclama la sua autonomia. A bordo di Nord dicono: "stacchiamo il cavo di rimorchio (devoluzione) e vediamo che succede". A bordo di Sud dicono: "Stacchiamo il cavo è facciamo da soli".
Tutti sanno cosa succede se si stacca il cavo: Nord va un po' più veloce, Sud rallenta e si ferma. Sud, per una male interpretata esigenza di far da sé, perde quel po' di autonomia che gli restava. Cosa succederebbe se Sud, PRIMA di tranciare il cavo (accettare la devoluzione), avesse invece contrattato con Nord efficaci riparazioni, rifornimenti, ecc.? Sarebbe successo che DOPO avrebbe potuto proseguire spedito. Ci sembra chiaro che le contrattazioni per cercare di avere quello che storicamente ci spetta, non possono essere fatte da enti amministrativi quali le Regioni (inguaiate ed costrette ad impegnarsi a ridimensionare lo stato sociale), ma da una forza politica sinceramente e "gelosamente" meridionale. Una forza che sia tanto responsabile da riuscire a coniugare le aspirazioni ideali di autonomia con i bisogni reali della gente.
Gennaio 2003 |