La rivincita di Napoleone
2 dicembre 1805, quaranta giorni dopo Trafalgar,
l'imperatore dei francesi sconfiggeva l'esercito austrorusso:
Austerlitz, un capolavoro di strategia militare che costò 24
mila morti.
di
Massimo Zamorani
(1)
Il sole di Austerlitz sbucò tardi, la mattina del 2 dicembre
1805, erano le 10 suonate. Fino a quell'ora, infatti, la
densa bruma autunnale aveva imbottito la collina di Pratzen,
il circostante pianoro di Pratzeberg, gli stagni, gli
abitati da Menetz a Brunn 140 chilometri a nord di Vienna e
la vallata del Goldbach, dove il grosso dell'armata di
Napoleone era occultato e invisibile. Su un fronte di 15
chilometri erano schierati gli eserciti di tre imperatori. A
est i russi dello zar Alessandro 1° e gli austriaci di
Francesco II: 93 mila uomini con 278 cannoni. A ovest i
francesi di Napoleone Bonaparte: 71 mila soldati e 139 pezzi
d'artiglieria. La cavalleria della coalizione consisteva in
200 squadroni contro gli 80 francesi.
La sera prima, nel corso di un'ispezione, Napoleone, che era
scortato da venti cacciatori della Guardia, si era imbattuto
in un corposo pattuglio ne di cosacchi che lo avevano
immediatamente identificato e gli si erano scaraventati
addosso. Ne era seguita una mischia brutale; un aiutante di
campo, afferrate le briglie del cavallo dell'imperatore, lo
aveva trascinato via al galoppo, mentre i cacciatori
impegnavano vigorosamente i russi a sciabolate.
Non pare che l'avventura abbia scosso più di tanto
Napoleone, che dopo qualche ora di sonno ben prima dell'alba
è già in sella. Il suo proclama, letto qualche giorno avanti
alle truppe, accennava al nemico come "..."la soldataglia al
soldo dell'Inghilterra, animata da un immenso odio contro la
nostra nazione". È importante, questo documento, perché
consente di attribuire al fatto d'armi che si prepara un
significato che va oltre l'intrinseca. rilevanza di ogni
scontro bellico:è la rivincita di Trafalgar, la battaglia
navale avvenuta solamente quaranta giorni prima e conclusa
con il trionfo britannico. Napoleone aveva incassato il
colpo ma non lo ha digerito e vuole vendicare sulla madre
terra il colpo subito in mare. Oltre a tutto è il primo
anniversario della sua incoronazione imperiale: vuole, deve
assolutamente agguantare la vittoria.
Alle sette del mattino è ancora buio, ma le forze
austrorusse sono in marcia e avanzano su tutto il fronte.
Napoleone aveva ordinato a Soult e Murat di ritirarsi dal
villaggio di Austerlitz, già in mano francese da qualche
giorno, e ciò aveva indotto i generali della coalizione a
interpretare il ripiegamento come l'inizio di una ritirata
francese. A Nord, all'ala destra, i russi di Bagration
occupano la cittadina di Bosenitz. Al centro, le divisioni
di Kutusov si insediano sulla collina di Pratzen. A Sud,
l'ala sinistra di Buxhowden è attestata attorno ai laghi di
Satschan e Menitz.
Fra le 9,30 e le 10, dal profondo del corposo materasso di
nebbia si fa luce un disco color polenta, che poi si carica
progressivamente di rosso e finalmente emerge in tutto il
suo sfavillante splendore; la nebbia si è dissolta.
A
Nord l'avanzata di Bagration viene interrotta dalla carica
della cavalleria francese di Kellermann, ma sopraggiungono i
più numerosi reggimenti a cavallo di Liechtenstein che non
potrebbero non prevalere se le loro cariche massicce non
fossero a loro volta contrastate dai sopraggiungenti
squadroni di Murat. È una carica alla carica, è una
forsennata lotta a colpi di lancia e di sciabola tra
corazzieri, dragoni, ulani, cacciatori, lancieri, ussari,
cavalleggeri dalle divise sgargianti. AI centro, le fanterie
di Soult risalgono dalla valle del Goldbachm,ove erano
appiattate al coperto della nebbia, le pendici che portano
all'altopiano del Pratzen. Piombano sui reggimenti di
Kutusov proprio quando il generale russo inizia la
conversione che dovrebbe portarlo a sud, con lo scopo di
aggirare l'ala destra francese.
Sono quasi le ore 11 e al Nord la cavalleria di
Liechtenstein non riesce a prevalere contro Murat, mentre a
Sud Buxhowden insiste nella sua azione senza curarsi dei
collegamenti con il centro, quindi di salvaguardare la
copertura a destra. A questo punto Bagration pensa di
rinforzare le ali, soprattutto la sua, e richiama forze dal
centro che sembra prevalere contro lo schieramento
napoleonico. E' il momento topico.
Bonaparte aveva lasciato in riserva il Corpo d'Armata di
Bernadotte, 25 mila uomini, e ora lo scatena contro la
collina di Pratzen, centro del dispositivo austrorusso,
sfonda il fronte di Kutusov, lo spinge a Est e a Sud fino
alla valle del Krenowitz. Lo stesso generale in capo russo
resta ferito. A Sud, va in scena la tragedia: per sottrarsi
all'accerchiamento, le truppe di Buxhawden si portano sulla
superficie gelata dei laghi, ma l'artiglieria francese apre
il fuoco, la crosta di ghiaccio va in frantumi, uomini e
cavalli precipitano nell'acqua che è a una temperatura
insostenibile. Si muore così, assiderati, congelati,
irrigiditi dalla crosta di ghiaccio che si forma
istantaneamente, avviluppando i corpi non più capaci di
muoversi.
Dal campanile della piccola chiesa di Sant'Antonio, neppure
due chilometri a Nordest del lago, dove si è trasferito in
fretta, Napoleone, cannocchiale puntato, assiste allo
sfacelo del nemico. Racconterà che la sua attenzione si era
focalizzata su di un gigantesco dragone russo dall'uniforme
bianca e verde, che fa il vuoto attorno a sé mulinando la
sciabola e infine crolla, sommerso dagli avversari.
La battaglia è durata l'intero giorno, nove ore. Al tramonto
gli austrorussi si allontanano in piena ritirata, ma i
francesi non sono in grado di lanciare un inseguimento
sterminatore. Rimangono sul terreno 11 mila russi e oltre
cinque mila austriaci. I francesi lamentano 8.233 soldati
tra morti e feriti.
A
notte, Napoleone scrive a Giuseppina comunicandole le cifre
del trionfo: 40 bandiere catturate, 120 cannoni, 20 mila
prigionieri fra i quali 20 generali.
Dal punto di vista dell'arte militare, Austerlitz è stata
una battaglia "unica nel suo genere" "il colmo della
finezza" in quanto Napoleone non ha manovrato la sua armata,
ma ha indotto il nemico a portarsi nelle posizioni che lui
stesso aveva scelto. La pace verrà firmata pochi giorni dopo
con l'Austria e la Russia, ma durerà ben poco. Il decennio
successivo non sarà che un contenitore di guerre.
Con Austerlitz Napoleone ha realizzato il suo straordinario
capolavoro di condottiero e il famoso sole di quella
giornata ne ha illuminato la fortuna per dieci anni, fino al
18 giugno 1815, fino alla pioggia e al fango di Waterloo.
Fino alla sua rovina.
(1) Liberamente
tratto da Massimo Zamorani, il Secolo
XIX, 2 dicembre 2005 |