la collezione d'arte: Claudio Arezzo di Trifiletti


Caos, tecnica mista, cm 60x60, 2006

 

Note sull'artista

“Secondo le contemporanee tendenze dell’estetica statunitense, per la precisione la Scuola di Chicago, impersonata da Wallheim e Dickie, l’arte è una “Intersezione di intenzioni”, ossia il luogo di incontro fra l’autore ed il fruitore. Grazie all’arte, codice comunicativo asemantico, l’evoluzione dell’umanità procede in una dimensione tanto immaginifica quanto reale.

Nelle opere di Claudio Arezzo di Trifiletti coesistono proprio queste due dimensioni: l’immaginario individuale che diventa sociale nella realtà dell’opera. I cromatismi, la pastosità degli accostamenti figurativi, la formalizzazione dei colori sono tutti elementi che conferiscono alle produzioni del nostro una valenza estetica che deve essere, in primis, contemplata più che necessariamente compresa. Il mondo dell’espressione artistica attuale è una commistione di più tendenze e quindi richiede spesso una sospensione di giudizio definitivo e preciso. Nel caso delle opere di questo autore, giovane promessa siciliana, le derivazioni mediterranee ed europee sono evidenti ed al tempo stesso confuse. È una pittura solare, chiara e luminosa che nasconde spesso un retroterra inespresso e volutamente taciuto. Per questi motivi, l’azione forse più produttiva che ogni frequentatore delle opere del Arezzo di Trifiletti dovrebbe adottare è quella proposta da Karl Raimund Popper: la meraviglia. Secondo il grande filosofo ed epistemologo contemporaneo, scomparso nel 1995, non può esistere alcuna forma di scienza senza un atteggiamento preventivo di stupore. È lo stupore che guida l’interessamento degli uomini, ossia la disposizione cognitiva ed emozionale che ogni individuo è in grado di provare verso qualche cosa, o situazione.

Il desiderio di scoprire ciò che apparentemente si conosce nasce da una disposizione della mente: la volontà di celare l’ovvio per investigare il nuovo.

Arezzo di Trifiletti incarna proprio, e tutta la sua opera ne è espressione artistica, questo atteggiamento, inducendo i suoi estimatori a godere di queste scoperte. Si tratta in effetti di un invito costante alla ricerca di nuove suggestioni colorate, nelle quali sia possibile trovare un pezzo di noi, ancorché confuso ed offuscato dalle certezze inesorabili della monotonia quotidiana”.


Tratto da: Alessandro Bertirotti [sociologo cognitivista, docente di Teoria delle Relazioni pubbliche - Università di Catania] e Amanda Jane Succi (relatore pubblico cognitivista, docente di Tecniche delle Relazioni pubbliche - Università di Catania), catalogo della personale "Interiore" (Catania, 10-29 marzo 2006 - risto-galleria Pizzarté, Via Gisira, 62/68)

La dignità in vendita come una saponetta

Gli unici accessori che conosco sono le parole non pronunciate.

A volte, mi trovo nei boschi e assaggio frutti donati dai roveti, sono dolci, bisogna stare attenti alle spine.

A volte, in questa colata di cemento trovo chi vuol far credere che la dignità sia in vendita come una saponetta.

A volte medito, altre no, penso solamente, solo quando dormo e poi mi risveglio, è come se lasciassi un qualcosa in sospeso.

Catania 03.09.2009

Claudio Arezzo di Trifiletti

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