Fratelli d'Italia
di Pietro Ancona
Non è vero che siamo fratelli. Forse lo siamo stati in
qualche momento della nostra storia. Lo siamo stati
nella Resistenza cominciata a Napoli e conclusasi con la
liberazione di Milano. Città redente dai tedeschi prima
dell'intervento militare degli alleati che le hanno
trovate libere ed in mano al CLN. Sono stati fratelli
tra loro i nostri ottocentomila soldati che rifiutarono
di aderire alla Repubblica di Salò e finirono nei lagers
di Hitler. Sono stati fratelli i cinquemila eroici
soldati di Cefalonia massacrati fino all'ultimo dai
tedeschi. Abbiamo avuto un momento di grandissima
fratellanza nutrita del meglio della cultura italiana da
Dante a Leopoldo di Toscana, da Beccaria ad Alessandro
Manzoni a Gramsci a Mazzini a Turati, quando i padri
costituenti pensarono elaborarono e scrissero la
Costituzione impregnata di principi universali di
libertà, giustizia sociale ed eguaglianza che ricordano
molto la costituzione della repubblica romana e
sintetizzano in una felice fusione la cultura liberale e
quella socialista.
Ma oggi non siamo fratelli in niente e non ci
riconosciamo in un progetto comune. Anzi, il progetto
che chi ci governa vuole realizzare, ci spaventa. Oggi
siamo governati dalle forze che furono sconfitte dalla
Resistenza e che diedero vita alla Costituzione. Queste
forze hanno capovolto molte delle regole di vita comuni
e si preparano a stracciare del tutto la carta fondante
della coesione dopo averla disattesa in parte
fondamentali riguardanti il lavoro e la guerra. L'Italia
è in guerra assieme agli USA ed alla Nato in molte parti
del mondo. L'Italia ha una politica che disconosce il
lavoro e da anni i suoi legislatori lavorano per
togliere alla classe lavoratrice ogni diritto producendo
leggi come la Biagi, il collegato lavoro, e quant'altro
fa della prestazione uno sfruttamento, una pena,
qualcosa da odioso.
Il collante fondamentale dell'unità nazionale, la
scuola, è in corso di demolizione e con esso anche il
compromesso implicito che ha permesso all'Italia di
vivere per tanti anni: al Nord le fabbriche al Sud il
pubblico impiego, gli insegnanti, i quadri della
magistratura e dello Stato. Tutto questo non c'è più.
Duecentomila insegnanti e cinquecentomila dipendenti
statali saranno eliminati per sempre. La scuola è
declassata. Inoltre si introducono criteri di selezione
che sono provocatori come la conoscenza dell'insegnante
dei dialetti locali…
Non siamo ancora fratelli perché nessuno ha chiesto
perdono per le Fosse Ardeatine dei Bersaglieri:
quattrocento cittadini di Pontelandolfo trucidati dai
bersaglieri come rappresaglia per la morte di quaranta
di loro in uno scontro con i "briganti". Briganti che
non erano tali ma rivoltosi alle spoliazioni coloniali
ed alla leva militare (dieci anni) che il Regno delle
Due Sicilie non conosceva e che metteva alla fame le
famiglie contadine ed inselvatichiva le loro terre.
Nessuno ha chiesto perdono per le migliaia di uccisi con
processi sommari che spesso neppure si facevano del
Generale Govoni in Sicilia. Ancora sui paesi è rimasto
lo spavento per le case incendiate e per le mamme che
venivano incarcerate per costringere i figli a
consegnarsi.
Credo che l'Italia unita sia una cosa bella. Io sono per
l'abolizione di tutti i confini figuriamoci se voglio
ridurre o ridividere l'Italia. Ma questa è diventata la
terra di Caino. Il Ministro Maroni parla di cattiveria
di Stato ben a ragione. Due leggi sono state fatte con
l'ossessione sicuritaria di classe e con la stessa
ossessione di sono create le cosiddette ronde una sorta
di polizia privata di esagitati fanatici che
perseguitano i rom, i poveri, i senza tetto. In carcere
accadono un centinaio di suicidi l'anno per le terribili
condizioni dei nostri "fratelli" carcerati e oltre mille
lavoratori perdono la vita e diecine di migliaia restano
invalidi ogni anni a causa di "fratelli" imprenditori
privi di scrupolo incoraggiati da un Ministro livido
verso i lavoratori e che vuole sindacati "complici" del
padronato e del governo.
Ora, con il federalismo, si accrescerà il peso fiscale
sui redditi fissi e sulla povera gente. L'Oligarchia
politica conquisterà altro potere ed altro spazio a
livello locale. Già costa trenta miliardi di euro ma
crescerà ancora assieme al suo seguito di famigli,
consulenti, appaltatori, servitori di varia natura.
Non siamo fratelli in quasi niente. La famiglia Agnelli
dopo cento anni di arricchimenti in Italia decide di
andarsene a New York e di portarsi il cervello della
azienda. I politici italiani hanno fatto finta che non
era vero. Lo stesso ha fatto Bulgari e moltissimi altri
ingrati che hanno lasciato sui tetti a protestare come
stiliti le loro vittime.
Una nazione è innanzitutto un fatto di coesione sociale
e morale. Questo governo ha trasformato in alcuni anni
dieci milioni di posti di lavoro da stabili in precari.
Al solo scopo di permettere il ricatto del fratello
operaio o impiegato da parte del fratello imprenditore.