L'incontro Napolitano-Bossi e lo scambio processo
breve-federalismo
di
Pietro Ancona
Napolitano si illude che cedendo al federalismo della
Lega in qualche modo si recupera consenso allo Stato
unitario ed alla sua messa in sicurezza e prosecuzione
nella storia futura. Il federalismo della Lega, fatto
proprio dall'opposizione e non combattuto da nessuna
delle forze politiche italiane compresi i comunisti, è
nato in un clima di rivolta e di odio razzista contro
Roma e contro il Mezzogiorno d'Italia tuttora
svillaneggiati ad ogni piè sospinto nonostante
la polenta e la coda alla vaccinara consumate dalla
vorace oligarchia leghista e post fascista in piazza
Montecitorio. Non passa giorno che dal profondo Nord e
dai Leghisti non giungano attacchi a quanto ha a che
fare con l'Unità Nazionale. Ultimi in ordine di tempo,
le dichiarazioni del Presidente della provincia di
Bolzano che si dichiara "minoranza austriaca" e sputa
contro la enorme montagna di soldi che ha finora
ricevuto in virtù della specialità della condizione
riconosciuta alla sua regione e le polemiche, in verità
aperte dalla Confindustria, contro la festa dell'Unità
d'Italia prevista per il 17 marzo che ora impegnano
tutto l'establiscement della Lega.
Non si può trasformare una cosa cattiva e piena di odio
in una c osa buona capace di migliorare il nostro
futuro. Il federalismo nasce come fratello gemello del
secessionismo e come sua fase propedeutica." Oggi il
Federalismo, domani potremmo anche andarcene per i fatti
nostri". La crisi finanziaria che colpisce la Catalogna
e che rimette in discussione gli impianti strutturali di
una gestione federale di una Regione, non sembra
scoraggiare la squadra guidata da Bossi. In effetti il
loro federalismo ha per obiettivo la grande Padania una
regione che potrebbe comprendere anche l'Emilia Romagna
e parte della Toscana e che avrebbe in dotazione
originaria gran parte del PIL oggi prodotto dal Paese.(
Faccio una parentesi che è una curiosità storica: il
termine Padania e l'idea di questa maxiregione viene dal
PCI emiliano che negli anni ottanta vi dedicò un grosso
dibattito di cui resta traccia nell'Unità e nello
archivio della Direzione del Partito).
Ora, come il federalismo ha già generato i suoi frutti
velenosi nel cosiddetto federalismo municipale che, come
sappiamo, aumenterà in modo allarmante la potestà
fiscale del Comune dall'addizionale Irpef alla tassa di
scopo, altri frutti ancora più indigesti e dolorosi per
la popolazione saranno prodotti dalla creazione di nuove
Regioni e di nuove province. Già si parla di Regione
Dolomitica, di Principato di Salerno e di Lunezia e di
tante altre regioni. All'elenco si aggiungono le tre
regioni che potrebbero crearsi in Sicilia al posto
dell'attuale. Perché catanesi, messinesi e palermitani
che non si sono mai amati dovrebbero continuare a stare
insieme? Si potrebbero creare le regioni della Val
Demone, della Val di Noto e della Val di Mazara, secondo
la vecchia geografia araba! Mi è sembrato di capire, da
recenti dichiarazioni di Napolitano, che le province non
sarebbero più in discussione e questo non eviterà in
futuro una loro moltiplicazione ulteriore. Ora le
ragioni non sono soltanto territoriali..Si possono
creare province magari adducendo pretesti di carattere
culturale o vocazionale. Gli italiani non mancano certo
di fantasia! Questo fervore regionalistico e
federalistico non nasce da una esperienza positiva fin
qui realizzata dalle Regioni che sono tutte indebitate
con banche estere non si sa per quanti miliardi di euro,
che hanno irrigidito e congelato la loro possibilità di
servire il territorio con le privatizzazioni che di
fatto ne hanno fatto stazioni appaltanti di gestioni che
si spingono fino alla amministrazione dei beni
culturali. Entro dieci anni il patrimonio demaniale e le
proprietà delle regioni saranno tutte vendute per fare
fronte alle cartolarizzazioni. Per il futuro, la
provvidenza farà qualcosa. L'unico affare con il
federalismo regionale e comunale sarà fatto dalle
oligarchie politiche che si moltiplicheranno e peseranno
ancora di più sulle popolazioni. Che cosa potrà impedire
di equiparare lo stipendio di un assessore locale ad un
managers? Non è forse manageriale la responsabilità del
pubblico amministratore? Ragionando così avremo stipendi
pubblici di milioni di euro che da qualche parte
dovranno essere ricavati! Questo spiega l'adesione
generale di tutte le forze politiche al federalismo: la
prospettiva di un arricchimento delle loro oligarchie di
politici professionisti. La creazione di una nuova
classe che avrà caratteristiche di una grande burocrazia
da socialismo reale unita ad una ideologia ed ad un
funzionamento iperliberistico ed iperprivatistico della
pubblica amministrazione.
Il federalismo regionale scatenerà ancora di più la
megalomania dei ducetti che oggi dirigono le Regioni
sostenuti da assemblee "legislative" che dipendendo
unicamente dai loro capricci. Se un Presidente di
regione si dimette o viene arrestato (cosa in Italia
all'ordine del giorno) decade tutta l'assemblea
regionale e questo la dice lunga sullo scopo meramente
ornamentale ed oligarchico di questo organismo che non
ha alcun potere di controllo e deterrenza
sull'esecutivo. La Regione Lombardia, famosa per le sue
ambasciate ubicate nelle strade più costose delle
capitali estere, si accinge ad inaugurare una sua nuova
sede, un grattacielo assai più alto del Pirellone, alto
161 metri! Formigoni si avvicina a Dio da quel buon
cattolico di Comunione e Liberazione che è. Una sede del
tutto faraonica ed inutile che costerà enormemente per
la sua manutenzione. Certo i suoi 161 metri di altezza
dovranno essere riempiti di managers, direttori,
dirigenti, impiegati…
Credo che a questo punto, sarebbe saggio soprassedere
sull'idea del federalismo e sulla celebrazione del 150
anniversario dell'Unità. L'anniversario è un protesto
per chiunque voglia oggi esprimersi contro! Il
federalismo preme tanto a Bossi che lo scambierà con il
processo breve che interessa Berlusconi. Bersani ha
provato a strizzare l'occhio alla lega proponendo uno
scambio federalismo - distacco da Berlusconi. Trattasi
di due cose oscene dal punto di vista politico e morale
che coinvolgo purtroppo anche il PD.
Ci vuole una pausa di riflessione che possa portare ad
un abbandono della idea del federalismo prima che sia
troppo tardi. L'Italia non può sopportare un sistema
amministrativo a scatole cinesi che si sviluppa
iperbolicamente proprio mentre viene negata funzione
alla pubblica amministrazione e si proclama la egemonia
della dottrina reaganiana della "uccisione della
bestia". Si moltiplicano le amministrazioni e si
aumentano i loro poteri mentre si delega il massimo al
cosiddetto sussidiarismo ed alle privatizzazioni. Una
miscela davvero mortale che non darà futuro- Il
federalismo è un tumore procurato all'Italia che
contribuirà a distruggerla assieme alla scomparsa del
welfare che finora ne è stato il più importante cemento
nazionale!
Pietro Ancona
10 febbraio 2011