Prendo spunto dall’attacco mediatico e politico verso
Annozero e la sua trasmissione dedicata al
terremoto in Abruzzo. Trasmissione che ognuno giudica
con il suo sentire la realtà che ci circonda.
Esiste la Protezione Civile in Italia?
Non si può parlare male della Protezione Civile. Per
una ragione semplice e banale. In Italia non c’è
la Protezione Civile. Non c’è mai stata. C’è un
sottosegretario alla Protezione Civile. Nella prima
repubblica talvolta c’era anche un ministero della
protezione Civile, ci sono due o più vicedirettori
generali della Protezione Civile, i coordinatori della
Protezione Civile, ma la protezione civile non c’è. Non
c’è mai stata. Nella protezione Civile ci sono dei
generali e dei colonnelli senza esercito. Essi devono
coordinare la marea di volontari che in maniera
disorganizzata, ma pieni di buona volontà, raggiungono
il posto. Una marea ingestibile di persone.
Disorganizzati.
O almeno ci sono anche i gruppi organizzati di volontà
propria come l’Associazione nazionale Alpini o la croce
Rossa, ma per il resto il nulla. Ed assistiamo sempre al
solite cose. Zone ricche di volontari e piccoli borghi o
isolate masserie dimenticati da Dio e dagli uomini.
Questa sarebbe
la Protezione Civile di un paese moderno ad alto rischio
ambientale?
I soliti errori.
E’ mai possibile che commettiamo sempre gli stessi
errori? Anche questa volta sono mancati i pannoloni per
gli anziani (potrebbero servire), i pannolini per
bambini e gli assorbenti per le donne. I generali uomini
della Protezione Civile non ci pensano… e nemmeno le
donne. Forse è il caso di preparare dei piccoli pacchi
di colore rosa con la scritta "Protezione Civile. Igiene
Donna" con all’interno anche delle salviettine per
l’igiene intima, o perlomeno chiedere alle donne
terremotate cosa preparare per il prossimo terremoto.
Forse sarebbe meglio. Ed anche questa volta nessuno a
pensato, o almeno è stato posto rimedio con qualche
giorno di ritardo, alla situazione delle intolleranze
alimentari. Forse una tenda di colore diverso con una
macroscopica scritta "celiaci" poteva servire. E
come al solito, si è dovuto d’urgenza drenare l’acqua
che si accumulava nella tendopoli.
Il rimedio?
Il nome del signor Rossi Mario, volontario della
protezione civile, dovrebbe essere registrato presso
la Prefettura. Il signor Rossi ha in dotazione la divisa
della Protezione Civile ed uno zaino, o comunque un
equipaggiamento che tiene a casa. Il signor Rossi sa che
in caso di emergenza non deve recarsi sul posto del
terremoto, ma raggrupparsi con gli
altri componenti della sua squadra agli ordini del
caposquadra. Ma non c’è solo il signor Rossi e la sua
squadra, che comunque fa parte di un reparto agli ordini
di un caporeparto, ma tanti reparti che confluiscono sul
posto del disastro, dove un pezzo grosso della
protezione civile con una piantina della zona in mano,
devia le squadre man mano che arrivano verso le zone di
assegnazione. Non ci vuole molto per arrivare sul luogo
del disastro in maniera organizzata, dove l’uniforme dà
il senso dello stato, dell’efficienza
dell’organizzazione. Non è un caso che hanno inventato
le uniformi. C’è l’hanno anche i preti.
E gli altri?
Quelli sopra sono gli scavatori.
La Croce Rossa non deve scavare, i suoi compiti sono
altri, i vigili del fuoco non devono scavare, ma fare
interventi ad hoc, i carabinieri non devono scavare ma
pattugliare. Ovviamente il tutto va preso con manica
larga. E’ ovvio che se arriva una squadra di carabinieri
destinati allo scavo scavano e se non tutti i vigili del
fuoco sono impiegati con i loro mezzi pesanti, scavino
anch'essi.
Funzionari della protezione civile
I funzionari della protezione civile dovrebbero
ispezionare e tenere efficiente tutto ciò che serve
quando arriva il terremoto. Che le zone dove vengono
montate le tendopoli siano predisposte affinché
l’allaccio alla rete idrica, elettrica e fognaria sia
pronta ed immediata e che il drenaggio sia sempre
libero, che il furbo di turno non abbia costruito
occludendo la via d’accesso, che i container in deposito
siano sempre efficienti. A dirla in breve che la
macchina sia sempre ben lubrificata.
Tutto qui. Invece di affidarci alla buona volontà dei
volontari ed al caso, affidarci alla buona volontà ed
all’organizzazione.
A risentirci al prossimo terremoto ed inutile fare le
corna scaramantiche. Il nostro è un paese a rischio
sismico senza ovviamente la cultura sismica.
Antonino Alizzi
Inviato
dall'autore il 15/04/2009