Gerardo Giuratrabocchetti, classe 1958, dottore in Scienze Agrarie, è
un imprenditore appassionato e sincero, che ha investito sull'eccellenza
e sulla qualità della produzione. E' il titolare ed il brillante timoniere de Le Cantine del Notaio, sorte nel 1998 per la valorizzazione del vitigno Aglianico del Vulture, coltivato nelle proprie vigne.
L’Aglianico è un vitigno noto fin dai tempi della Magna Grecia. Cantato dal poeta latino Orazio, viene coltivato sulle pendici di un antico vulcano, il Vulture, dove i fertili terreni, ricchi di elementi minerali, celano strati tufacei che funzionano da riserva di acqua (“il tufo che allatta”, nella dizione contadina). Così, le uve prodotte, attentamente selezionate e sapientemente lavorate, permettono di ottenere un vino forte, con spiccata personalità, prezioso nel colore rubino e dai profumi complessi. Particolare attenzione è stata dedicata da Gerardo Giuratrabocchetti alla scelta dei vigneti, tutti ubicati in siti la cui esposizione pedoclimatica consente una perfetta maturazione dell’uva.
Oggi, nelle
Cantine del Notaio, vengono prodotti, tutti esclusivamente da uve
Aglianico, tre vini rossi (La Firma, Il Repertorio e il
Sigillo), un rosato (Il Rogito) ed uno spumante Metodo Classico (La
Stipula). Questi vini sono il risultato di anni di lavoro e di studio
finalizzati ad esplorare tutte le potenzialità enologiche del vitigno.
Ciascuno di essi contribuisce, infatti, in modo differente, ad esprimere
il complesso ed articolato quadro sensoriale dell’Aglianico del Vulture.
Accanto ai cinque vini d’Aglianico, c’è L’Autentica, un vino
bianco dolce ottenuto da uve appassite dei vitigni Moscato e Malvasia
tradizionalmente coltivati nell’areale del Vulture.
Il Sigillo
Aglianico del
Vulture D.O.C.
Diploma di gran menzione al Concorso
Enologico Internazionale Vinitaly 2009
Il
Sigillo, Aglianico del Vulture D.O.C., è ottenuto da uve che
provengono da una sola vigna, quella storica aziendale di Maschito,
alla Contrada Cerentino. E' una reinterpretazione di uno stile di
vino Aglianico prodotto in passato in zona. Le uve vengono raccolte
verso la fine di novembre, in piena surmaturazione e fermentate con
macerazione lunga. Dopo due anni di maturazione in barriques, il vino
riposa in bottiglia ancora per 4 mesi. Al naso è possibile riconoscere
note di confettura di more, di amarene, di ribes nero. Al gusto è
morbido e potente, con un lunghissimo finale di liquirizia e cioccolato
fondente.
“La Firma”
Aglianico
del Vulture D.O.C.
La “Firma” è un vino a Denominazione di Origine Controllata ottenuto con uve di vitigno Aglianico del Vulture al 100%. Le uve vengono raccolte agli inizi di novembre. La fermentazione avviene all’interno di vasche di acciaio inox con temperatura controllata. Dopo una lunga macerazione di circa 25 giorni, viene effettuata la svinatura con la produzione di vinaccia. Il vino ottenuto, dopo fermentazione malolattica, viene travasato per separarne la feccia. Quindi viene trasferito nei locali di invecchiamento costituiti da grotte naturali di tufo vulcanico e ospitato in barriques di rovere francese di primo passaggio e secondo passaggio per circa 12 mesi. Successivamente viene imbottigliato. La gradazione alcolica è di 14,5°. E’ caratterizzato da aromi di frutti di bosco a bacca nera e da un fondo di liquirizia, fieno greco, carrube. E’ un vino ben strutturato, con un’elevata complessità aromatica ed un ottimo equilibrio gustativo. Va servito a temperatura ambiente (18°C). Ottimo con arrosti. E’ disponibile nei formati 0,375 - 0,75 – 1,50 e 3,0 litri. Dell’annata 2003 sono state prodotte 36.300 bottiglie.
“Il Repertorio”
Aglianico del Vulture D.O.C.
Il “Repertorio” è un vino a Denominazione di Origine Controllata ottenuto con uve di vitigno Aglianico del Vulture al 100%. Le uve, pur provenienti dagli stessi vigneti de “La Firma”, vengono raccolte meno tardivamente, quindi nell’ultima decade di ottobre. La fermentazione avviene all’interno di vasche di acciaio inox con temperatura controllata. Dopo una macerazione di circa 15 giorni (quindi, più breve rispetto a “La Firma”) , viene effettuata la svinatura con la produzione di vinaccia. Il vino ottenuto, dopo fermentazione malolattica, viene travasato per separarne la feccia. Quindi viene trasferito nei locali di invecchiamento costituiti da grotte naturali di tufo vulcanico e ospitato in barriques di rovere francese, di secondo e terzo passaggio, per circa 12 mesi. Successivamente viene imbottigliato. La gradazione alcolica è di 14,5°. Si ottiene un prodotto meno concentrato de “La Firma”, ma estremamente interessante sotto il profilo aromatico e gustativo, e sicuramente vantaggioso nel rapporto qualità/prezzo. E’ caratterizzato da un aroma che ricorda la ciliegia, il ribes rosso e la marasca. Al gusto è ottimamente equilibrato e caratterizzato da un finale speziato. Va servito a temperatura ambiente (18°C). Ottimo con arrosti. Dell’annata 2003 sono state prodotte 33.000 bottiglie.
“Il Rogito”(I.G.T.)
Oscar del vino 2009
Come il Repetorio e La Firma, il Rogito rappresenta il risultato di un progetto specifico di interpretazione e valorizzazione del vitigno aglianico. Che l’Aglianico fosse anticamente apprezzato anche nella versione “più scarica” vi è più di una testimonianza. Andrea Bacci, nella Storia Naturale dei Vini (1596), parla infatti, a proposito dell’Aglianico anche di “…uve che non sono così nere …e di un succo di consistenza mediana”. Così poi il Lancerio (storico e geografo del XVI secolo e soprattutto bottigliere di Paolo III Farnese, attento degustatore)sempre a proposito dell’Aglianico “…Tali vini sono anco carichi di colore, e ne sono delli discarichi molto migliori e più pastosi… Di tali vini S.S. beveva molto volentieri e dicevali bevanda delli vecchi, rispetto alla pienezza”. L’Aglianico è dunque un vitigno eclettico e ben si presta a diverse lavorazioni tanto da ottenere vini concentrati (La Firma), mediamente concentrati (Il Repertorio) o poco concentrati (Il Rogito), tutti riconoscibili per la loro personalità. Pertanto, non si tratta di un vino di categoria inferiore, come spesso il rosato è considerato, ma di una chiave di lettura diversa di un vitigno importante qual è appunto l’Aglianico. Una gradevole tannicità e un gusto persistente, associato ad un aroma floreale, fanno del Rogito un vino facilmente abbinabile a diverse pietanze, dagli antipasti, alle carni, al pesce e ai formaggi. E’ ottenuto da uve raccolte verso la metà di ottobre con macerazione breve di circa due giorni e permane in barriques di terzo passaggio per circa 12 mesi. Può essere servito fresco o a temperatura ambiente a seconda della portata. Ha un contenuto alcolico di 14,5°. Nel 2003 sono state prodotte 13.300 bottiglie.
“L’Autentica”
(I.G.T.)
L’ “Autentica” è un vino a Indicazione Geografica Tipica ottenuto con uve di vitigno Moscato del Vulture (70%) e Malvasia del Vulture (30%). E’ prodotto su di una superficie di circa 2,00Ha nel Comune di Maschito e Rionero in Vulture. Dopo la pressatura, la fermentazione avviene all’interno di barriques di rovere francese, per circa 14 mesi. Successivamente viene imbottigliato. La gradazione alcolica è di 14,5°. E’ caratterizzato da un aroma che ricorda agrumi canditi, frutta appassita, miele di acacia, petali di rosa. Al gusto si presenta concentrato e ben equilibrato, caratterizzato da un finale persistente di albicocca, miele e fichi secchi. Va servito fresco. Ottimo con pasticceria e formaggi stagionati. Nel 2003 sono state prodotte 6.100 bottiglie.
Gerardo Giuratrabocchetti ci narra …
"Avevo, credo, circa sette anni, e ancora me lo ricordo come se fosse ieri. Mi avviai, per curiosare, verso la vigna del nonno. Lo trovai chino, vicino ad un tralcio. Era un uomo burbero e mi ispirava un timore reverenziale, ma lì, tra le sue viti, aveva un’espressione serena e insolitamente dolce. Si voltò, mi vide e, improvvisamente, ridivenne serio. “Tu, come ti chiami?”, mi disse. Ero davvero spaventato. Il nonno è impazzito, pensai, non sa più come mi chiamo! Feci per filarmela, ma lui mi prese per un braccio e mi incalzò ancora “Tu, dimmi, svelto, come ti chiami?” “Gerardo” risposi, con un filo di voce. “Ti chiami Gerardo” disse, “ti chiami come me. Per questo, le mie vigne saranno le tue!”. Oggi, ripensando a lui, sorrido, riflettendo su come, dopo varie vicende e dopo oltre 30 anni, abbia ritrovato, fiero, le mie radici, raccogliendo quell’eredità di mio nonno e decidendo di farne il centro della mia vita. Comprendo, infatti, che la vera eredità trasmessami è, al di là delle vigne, quel patrimonio di valori, quell’amore per le cose “fatte bene”, quella voglia di fare più che avere". |
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