Di Adelaide del Vasto, figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato, contessa di Sicilia, la leggendaria contessa Adelasia dei palermitani e regina di Gerusalemme, non ci è rimasta nessuna immagine. Ma seppur di honestae faciei, come riporta Goffredo Malaterra, dovette sicuramente essere donna volitiva e di molto fascino.
Fu la terza moglie di Ruggero I d'Altavilla, gran conte di Sicilia e Calabria, madre di Ruggero II, che fu nonno e precursore di Federico II, lo Stupor mundi.
Ebbe un'infanzia difficile. Infatti alla morte di Manfredi e del successore Anselmo, morto precocemente e senza figli, il marchesato finì nelle mani dell'avido e senza scrupoli Bonifazio. Nel marchesato non c'era più spazio per gli orfani di Manfredi, e Adelaide e i suoi fratelli lasciarono le terre natie per raggiungere luoghi più ospitali.
In quegli anni molti settentrionali erano attratti dalla Sicilia, terra ricca ed ospitale, e anche i Del Vasto pensarono di approfittare dell'occasione per tentare di ricostruire le glorie e le fortune del defunto Marchese, usurpate dal fratello Bonifazio. Gli Altavilla in quel periodo favorivano l'immigrazione di gente normanna, francese o dell'Italia settentrionale allo scopo di rafforzare quel ceppo latino che in Sicilia e Calabria era fortemente minoritario rispetto a greci, ebrei e saraceni.
Nel caso di Adelasia l'occasione di trasferirsi al sud si realizzò con la richiesta di matrimonio da parte del gran conte Ruggero, rimasto vedovo per la seconda volta. Le nozze furono celebrate a Mileto nel 1089. Ruggero aveva allora circa 60 anni e il matrimonio con la giovanissima Adelaide fu certamente un instrumentum regni, un calcolo politico teso a legare le sorti della gente lombarda a quelle del principe. Ruggero aveva infatti già 10 figli tra cui tre maschi, Goffredo, Maugero ed il bastardo, amatissimo, Giordano.
Adelasia che come abbiamo detto, se pur non bella, era sicuramente una donna ricca di fascino, energica e ambiziosa, esercitò su Ruggero una forte ascendenza. Ebbe con lui due figli. Il primo Simone nato nel 1092 debole e malaticcio che morì, ragazzo nel 1105 e Ruggero, forte bruno e vigoroso, destinato a diventare il futuro re del regno di Sicilia, nato a Mileto il 22 dicembre 1095. L'abile ed accorta Adelasia sfruttò abilmente il suo ascendente e seppe circondarsi da una fidata parentela, convincendo Ruggero a fidanzare i suoi due figli Goffredo e Giordano con sue due sorelle mentre una figlia del Gran Conte, Flandina, andò sposa ad un fratello di Adelasia, Enrico, il quale trasferitosi in Sicilia ebbe il ducato di Butera e di Paternò che lo rese il più potente barone della contea.
L'abilità di Adelasia è stata grande, infatti mai prima d'allora Ruggero aveva elargito ad altri feudatari concessioni così vaste! Il destino fu generoso con Adelasia: ben presto i figli maschi delle precedenti mogli morirono, così che dopo la morte di Ruggero, nel 1101, ella rimase reggente di Simone prima e del futuro Ruggero II poi. Difese con coraggio e fermezza il trono dei suoi figli riuscendo a sedare, a volte spietatamente, le varie rivolte dei signori locali, circondandosi di funzionari fedeli al marito, tra i quali l'ammiraglio Cristodulo, nominato "protonobilissimo", un calabrese di origini bizantine o secondo altre fonti, arabe.
Attenta all'amministrazione della giustizia, intervenne con autorità per dirimere numerose controversie sorte tra gli abati di diverse abbazie. Protesse la chiesa greca e manifestò tutto il suo appoggio a Luca di Melicuccà e a Bartolomeo da Simeri, l'abate del Patirion di Rossano, concedendo vaste donazioni. Non legata sentimentalmente come il marito alla Calabria, Adelasia trasferì la corte prima a Messina, base da dove i Normanni avevano progressivamente esteso il proprio dominio alla Sicilia, e poi a Palermo, città ricca e fiorente che a quel tempo contava circa 250.000 abitanti.
Adelaide aveva appreso dal marito non solo le arti del governare e della diplomazia ma anche quella della mediazione, dote a lei congeniale che le consentì sempre di comporre i conflitti che facilmente esplodevano in una realtà composita come quella siciliana; proseguì con grande abilità la politica di Ruggero il cui punto di forza era la capacità di rispettare costumi e culture diverse integrate in un contesto nazionale multietnico, nuovo ed originale.
Latini, franchi, greci, arabi non dovevano sentirsi stranieri o percepire prevaricazioni dall'una o dall'altra etnia, bensì, secondo il progetto di Ruggero che Adelasia seppe realizzare, dovevano sentirsi popoli di una stessa patria. La sua era una responsabilità immensa ma ella seppe assolvere a questo compito con una grinta, un coraggio ed un'abilità eccezionali anche per un uomo temprato al comando, fino al 1112, quando passò la mano al figlio Ruggero che in quell'anno compiva il suo diciassettesimo anno d'età.
Adelaide aveva concluso la sua opera, ma il carattere della donna non era tale da consentirle di ritirarsi a vita privata e pur evitando di interferire con la politica e le decisioni del figlio, non si fermò e cominciò a cercare altre opportunità per riavere potere e signoria e soprattutto per aiutare il figlio a diventare Re.
Ancora una volta la sorte aiuta Adelaide e, a seguito di avvenimenti che sarebbe troppo lungo trattare in questa sede, ella si rende disponibile ad un nuovo matrimonio e nello stesso 1112, un'ambasceria di Baldovino I di Fiandra, re di Gerusalemme, giunse a Messina per richiedere in moglie la quarantenne ma ancora affascinante Adelasia. Un matrimonio dettato da calcoli politici ed economici, che il torbido e avido Baldovino, il quale aveva da poco ripudiato la licenziosa moglie Adra dalla quale non aveva avuto figli, voleva concludere per contare su un'alleanza con i Normanni e soprattutto per mettere mano sulle notevoli ricchezze di Adelasia. Quest'ultima però fece introdurre nel contratto matrimoniale una clausola successoria con la quale, alla morte di Baldovino e in assenza di successori, erede del regno di Gerusalemme veniva designato Ruggero II.
Nell'estate del 1113 Adelasia lasciò Palermo, capitale di quella terra che aveva governato fermamente e saggiamente per circa 10 anni. Una moltitudine di sudditi si accalcò al porto per rendere omaggio e salutare la contessa in partenza per Gerusalemme. La squadra navale che la accompagnava era imponente, era composta da 11 navi, da guerra e mercantili cariche di soldati, tra i quali 500 arcieri saraceni il cui valore era famoso in tutto l'occidente, viveri e mercanzie, più il tesoro personale della contessa.
Nel nuovo regno, Adelasia fu accolta con tutti gli onori e le nozze furono celebrate in una cornice di fasto orientale. Con questo matrimonio Baldovino risolveva i suoi problemi economici e militari, mentre Adelasia realizzava il proprio sogno di potenza e garantiva al figlio la tanto sospirata corona. . Ma la buona sorte questa volta voltò le spalle alla regina. Ben presto le lagnanze del clero locale e dei potenti del regno che ritenevano nulle le nozze arrivarono alle orecchie di papa Pasquale II.
A queste si aggiunsero sicuramente le rimostranze dell'imperatore bizantino specie quando divenne di pubblico dominio il patto di nozze che riservava al conte di Sicilia la successione al trono di Gerusalemme. L'avido e privo di scrupoli Baldovino, che si era già impadronito del tesoro di Adelasia per pagare i suoi debiti si lasciò facilmente convincere ed il matrimonio fu dichiarato nullo il 25 aprile 1117.
Adelasia, addolorata per il raggiro, si imbarcò alla volta di Palermo. Ruggero rimase sconvolto e rabbioso per il trattamento subito dalla madre, ma egli doveva ancora consolidare la posizione delle contee di Sicilia e Calabria prima di intraprendere altre imprese di vendetta. Forse fu questa una delle ragioni che determinò la sua avversione per le crociate. Per alleviare le sofferenze della madre Ruggero organizzò grandi festeggiamenti per il ritorno ma ella, sensibile ed orgogliosa preferì non restare a corte e si ritirò dapprima nel monastero di San Bartolomeo a Palermo e poi in un monastero lontano dalla capitale, a Patti, dove morì il 16 aprile 1118.
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La tomba di Adelasia nella cattedrale di Patti |
Il suo corpo fu deposto in un semplice sarcofago nella Cattedrale di Patti. Adelaide, che aveva circa cinquant'anni al momento della morte non era riuscita a veder realizzato il suo sogno: quello di vedere il proprio figlio Ruggero incoronato re di Sicilia. Solo nel 1130 Ruggero riuscì a realizzare quel sogno.
Fara Misuraca |