PENSIERO MERIDIANO

 

Palermo 1968

Fara Misuraca (il Portale del Sud)

Fino a metà degli anni '60, come i meno giovani di voi ricordano, molte scuole dalle elementari fino al liceo, erano organizzate in maniera tale che i ragazzi erano separati dalle ragazze. In molte scuole la campanella suonava prima per le ragazze e poi per i ragazzi, viceversa all'uscita. Mai ci si doveva incontrare.

Noi ragazze portavamo il grembiule, nero. Una palandrana insopportabile. I maschi potevano fare la ricreazione in cortile e abbuffarsi di pane e panelle e sfincionelli che per quanto grondanti un olio piuttosto sospetto, rimanevano per noi ragazze un oggetto di concupiscenza perché le femmine non potevano scendere, dovevano restare in classe a consumare la sana ma per noi insulsa colazione portata da casa, e infagottate nel grembiule nero, anche in maggio, quando il caldo ormai diventava insopportabile. Per non parlare delle lezioni di economia domestica. Tortura dedicata esclusivamente alle ragazze. La ventata di rinnovamento che cominciava a soffiare per noi, o meglio per alcune di noi, consisteva nell'osare la minigonna e nel partecipare alle "feste in casa".

Poi arrivò il '68. Io ero al primo anno d'università. Cosa ricordo di allora? Le lunghe, esasperanti, ripetitive assemblee, i cortei, le occupazioni, le scazzottate dei maschi con i "fascisti" ma soprattutto i collettivi femminili. Riunioni in cui si faceva outing. Una sorta di terapia di gruppo dove ognuno di noi raccontava cosa significasse essere femmina in quegli anni. Faceva una certa impressione sentire le ragazze, specie quelle di paese, che trovavano normale servire i fratelli a tavola, considerare peccato fare sesso, che per molte di loro significava solo lasciarsi baciare e palpare qua e là. Per la maggior parte di loro il matrimonio era un traguardo e contemporaneamente una prigione da cui non sarebbero mai più uscite.

Ancora più strano era il rapporto che avevano con l'aborto. Sapevano che alcune delle loro madri, ancora giovani, lo avevano praticato almeno una volta, ma non lo consideravano un "peccato", era qualcosa di disdicevole, qualcosa da non dire in giro, ma non era grave come far sesso fuori dal matrimonio.

Credo che queste riunioni, che occupavano gran parte del tempo delle occupazioni siano servite a far prendere coscienza a molte ragazze: un gruppo di noi, quello più emancipato, più informato, più politicizzato. Quello che aveva avuto la fortuna di nascere in famiglie più aperte cercava di guidare questi collettivi.

Il quadro della condizione femminile era desolante. Intendiamoci, erano ragazze benestanti, apparentemente felici ma assolutamente succubi della famiglia e della chiesa. Sono convinta che questi collettivi abbiano influito molto sul cambiamento del modo di pensare della nostra generazione. Non era facile per molte riuscire a cambiare nell'ambito della famiglia certi schemi collaudati e benedetti. Alcune lasciarono la famiglia, altre meno fortunate, interruppero gli studi. Una ragazza di Corleone fu portata dal padre dall'esorcista, non sto scherzando.

Poi c'erano le notti. Si facevano i turni d'occupazione e i turni di guardia. Si provarono gli spinelli, si suonava, si cantava ma non c'era quell'amore libero di cui si parla tanto in Porci con le ali. Quell'amore si sognava solamente. Certo c'erano tante coppie ma niente di più e poi eravamo così presi dalla Politica. Stavamo fuori da tutto, anche dal PCI.

Quando non eravamo di turno ad occupare ci davamo alle esplorazioni notturne, andavamo alla ricerca dei luoghi dei Beati Paoli. E' allora che ho conosciuto Palermo di notte, non By Night, in giro c'erano solo quelli che avevano il banco ai mercati. Pulivano per terra, scaricavano e sistemavano la merce. Erano gentili con noi ci offrivano la frutta fresca appena arrivata. Era bello.

Molti, oggi, dicono che i movimenti del '68 furono un fallimento. Non è vero, perché costoro parlano solo dal punto di vista politico. Un punto di vista politico insostenibile che degenerò, in Italia nel terrorismo, ma ebbe una grande ripercussione nella vita sociale. Nella laicizzazione dello stato. Non è un caso se nel 1974 un referendum sul divorzio vinse a piene mani (saranno state le terapie di gruppo che nel segreto dell'urna sono venute fuori?). Non è un caso se nel 1975 viene varato il nuovo diritto di famiglia. Tra le altre cose - sembra semiotica ma è sociologia e antropologia - una femmina che si marita non ha più l'obbligo di assumere il cognome del marito, quasi fosse un immobile da accatastare. Non è un caso se nel 1978 si vara la legge 194, quella che rende dignità di soggetto alle donne e che tanto fastidio continua a dare a molti benpensanti clericali. Non è un caso se nel '79, l'avvocato Tina Lagostena Bassi ha il coraggio di introdurre la parola "stupro" nei tribunali e di non criminalizzare una donna violata.

Se oggi voi giovani e meno giovani vivete in un mondo che vi consente di avere una dignità e come figli e come femmine lo dovete proprio a quel '68 che oggi si vuole artatamente sminuire. Sì, ha avuto una grande colpa quel movimento: ha laicizzato lo stato. Ha tolto molte pecore al pastore, non necessariamente quello celeste.

Una cosa è sicura, quelli che ci credevamo non abbiamo fatto carriera politica, altri invece sono diventati "pastori", ma non sono riusciti a fermare il cambiamento.

Fara Misuraca

Maggio 2008

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