Le Pagine di Storia

da un memoriale inedito

Il 14° Battaglione Cacciatori di Linea dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie durante la campagna militare settembre - novembre 1860

di Giuseppe Pavone

Nella Rassegna annuale “Studi Sorico-Militari 2008”, edita a fine 2010 dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, è stato recentemente pubblicato il saggio di Giuseppe Pavone, da titolo sopra riportato, che riproduce, commentandolo ampiamente, il memoriale Giornaletto militare della Campagna dal Volturno al principio dello assedio di Gaeta dal 6 settembre al 19 novembre 1860 circoscritto nella parte che riguarda la 3a Compagnia Capitano Sinibaldo Orlando del 14mo Battaglione Cacciatori, conservato presso l’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento di Roma e facente parte della raccolta documentaria appartenuta ad Harry Nelson Gay [1].

Il saggio fa parte dei contributi dell’Autore impegnato nel recupero storiografico di documenti d’archivio inerenti in particolare l’ultima difesa del Regno delle Due Sicilie a cui parteciparono suoi diretti antenati e specificatamente suo bisnonno [2] ufficiale nel 14° Battaglione Cacciatori.

Il memoriale è anonimo, tuttavia si hanno motivi per ritenere che il suo estensore sia stato il capitano Sinibaldo Orlando [3], comandante della 3ª Compagnia. Primo motivo è che il riferimento costante alle gesta del capitano Orlando e ai suoi stati d’animo – eclatanti quelli relativi all’azione sul colle Lombone e al precedente incontro con Francesco II – rendono improbabile che un altro militare abbia potuto annotare, o successivamente apprendere e descrivere, fatti personali e moti interiori di un’altra persona. Secondo motivo è che in altro memoriale conservato nell’Archivio e relativo al 1° Reggimento Granatieri della Guardia, redatto nel medesimo periodo storico, si indica esplicitamente il Capitano Sinibaldo Orlando quale autore del Giornaletto segno che ciò era ben noto tra i memorialisti militari borbonici.

Del Giornaletto sono noti due esemplari: quello conservato nell’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento ed un altro in possesso di un collezionista privato [4]; i testi dei due esemplari sono quasi identici ma nel saggio si riproduce, per la sua pubblica rintracciabilità, quello inedito conservato presso il Museo del Risorgimento e che sembra essere una delle prime stesure per le molte correzioni, cancellazioni e integrazioni in esso presenti e che avrebbero portato a compilare il secondo manoscritto caratterizzato, rispetto al primo, da modeste varianti e perfezionamenti che, ad ogni buon conto, sono riportate nel saggio per completezza documentale.

Il titolo Giornaletto militare manifesta che trattasi di un diario giornaliero di fatti militari non rapportabile, quindi, ad una più articolata Cronaca. Il manoscritto manca, infatti, di argomentazioni strategiche e tattiche nonché del contesto dell’intera Campagna militare e, in qualche misura, anche del Battaglione d’appartenenza; vi sono inoltre contenuti diversi errori riguardo date, nomi e luoghi (cui nel saggio si pone rimedio attraverso molte note). Per questi motivi il contributo storico del manoscritto è oggettivamente scarso e anche fuorviante per gli errori anzidetti; tuttavia vi si possono apprezzare importanti conferme ad altri memoriali dell’epoca e spunti di riflessione, sia umani sia sulla direzione della Campagna militare, che lasciano comprendere quale fosse il “clima ambientale” in cui versavano i Corpi combattenti borbonici. La pubblicazione del Giornaletto trova quindi motivo nell’ambito della testimonianza dei diretti protagonisti di parte borbonica i quali, se molto verosimilmente non avevano cognizione dei contesti sociali, economici e politici, interni ed esterni al loro Regno, certamente non ignoravano quale fosse il loro dovere di soldati istituzionali che in ogni tempo, luogo, e circostanza, è quello di difendere in armi la propria Patria; dovere che nonostante l’evidente prossima definitiva disfatta adempirono degnamente mostrando sino alla fine un contegno, una disciplina, una fedeltà che destarono l’ammirazione di tutti [5].

Limitarsi però come proposto in altre pubblicazioni [6], alla sola trascrizione del Giornaletto, che riporta la gesta di una ristretto numero di combattenti, ridurrebbe le gesta stesse ad un indecifrabile susseguirsi di eventi sminuendone significato e valore. Pertanto nel saggio si è proceduto ad inquadrare quanto descritto nel Giornaletto nel contesto operativo di tutto il Battaglione nonché, per quanto possibile, nello scenario della Campagna d’autunno. Contesto e scenario che si è scelto di rappresentare, giorno per giorno, ricorrendo sistematicamente, nelle note, a specifici estratti dalla nota Cronica della Campagna d’autunno di Giovanni Delli Franci nonché a qualche utile contributo di altri Autori, tutti riconosciuti per attendibilità storiografica. Il saggio quindi consente di offrire il più ampio quadro possibile sui fatti operati dal 14° Battaglione Cacciatori, durante la “Campagna d’autunno” rimanendo immersi nel “clima ambientale” borbonico.

È doveroso evidenziare che tutti i componenti del 14° Battaglione Cacciatori, essendo stato questo costituito appena l’anno precedente lo svolgersi della Campagna d’autunno, provenivano da altri Corpi, o vi ebbero la prima assegnazione, per cui non potevano disporre dell’affiatamento derivante da un pregresso comune addestramento; ciò nonostante quel battaglione, nel suo complesso, si comportò lodevolmente durante tutta la Campagna, sia sul piano militare sia sul piano etico, come ebbero a testimoniare il Delli Franci, nella sua Cronica, e il re Francesco II, nel suo proclama del 30 settembre 1860 alla vigilia della battaglia del Volturno.

Il saggio è poi corredato di un ampio Repertorio dei nomi con tutti i dati anagrafici di ciascun personaggio, completi per quanto possibile, e l’incarico ricoperto all’epoca dei fatti; repertorio la cui compilazione ha comportato una specifica indagine presso molteplici fonti oltre a quelle riportate nella Bibliografia. Infine, otto tavole a colori e b/n arricchiscono il saggio.

(La recensione è a cura dell'autore del saggio)


Note

[1] Harry Nelson Gay, statunitense, professore universitario di storia, vissuto in Italia dal 1898.

[2] Benedetto Pavone (Palermo 20.12.1825 – Santa Teresa di Riva 11.8.1907), 1° tenente 14° btg. cacc., capitano dall’11.9.1860; meritò l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine di Francesco I per il coraggio mostrato nei fatti del Colle Lombone.

[3] Sinibaldo Orlando (Agnone 15.12.1813 – Napoli 16.1.1894), capitano 14° btg. cacc., promosso maggiore sul campo il 12.11.1860 per i fatti del Colle Lombone.

[4] Il collezionista l’acquistò da un rigattiere bolognese il quale l’aveva rilevato da una nobildonna collaterale del conte Guglielmo Anguissola cui l’anonimo autore l’avrebbe inviato per la sua possibile pubblicazione sul quotidiano legittimista La Discussione di cui il conte era direttore.

[5] Cesari Cesare, L’assedio di Gaeta e gli avvenimenti militari del 1860-61, Libreria dello Stato, Roma, 1926, p.164.

[6] Catenacci Giuseppe, Di Giovine Francesco Mario, (a cura di), Giornaletto militare del 14mo Battaglione Cacciatori, La Nunziatella, Gaeta, 2002, fascicolo a circolazione interna.

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino- il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2011: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato