Nella Rassegna annuale “Studi Sorico-Militari 2008”,
edita a fine 2010 dall’Ufficio Storico dello Stato
Maggiore dell’Esercito Italiano, è stato recentemente
pubblicato il saggio di Giuseppe Pavone, da titolo sopra
riportato, che riproduce, commentandolo ampiamente, il
memoriale Giornaletto militare della Campagna dal
Volturno al principio dello assedio di Gaeta dal 6
settembre al
19 novembre 1860
circoscritto nella parte che riguarda la 3a
Compagnia Capitano Sinibaldo Orlando del 14mo
Battaglione Cacciatori, conservato presso l’Archivio del
Museo Centrale del Risorgimento di Roma e facente parte
della raccolta documentaria appartenuta ad Harry Nelson
Gay
.
Il saggio fa parte dei contributi dell’Autore impegnato
nel recupero storiografico di documenti d’archivio
inerenti in particolare l’ultima difesa del Regno delle
Due Sicilie a cui parteciparono suoi diretti antenati e
specificatamente suo bisnonno
ufficiale nel 14° Battaglione Cacciatori.
Il memoriale è anonimo, tuttavia si hanno motivi per
ritenere che il suo estensore sia stato il capitano
Sinibaldo Orlando
,
comandante della 3ª Compagnia. Primo motivo è
che il riferimento costante alle gesta del capitano
Orlando e ai suoi stati d’animo – eclatanti quelli
relativi all’azione sul colle Lombone e al precedente
incontro con Francesco II – rendono improbabile che un
altro militare abbia potuto annotare, o successivamente
apprendere e descrivere, fatti personali e moti
interiori di un’altra persona. Secondo motivo è che in
altro memoriale conservato nell’Archivio e relativo al
1° Reggimento Granatieri della Guardia, redatto nel
medesimo periodo storico, si indica esplicitamente il
Capitano Sinibaldo Orlando quale autore del
Giornaletto segno che ciò era ben noto tra i
memorialisti militari borbonici.
Del Giornaletto sono noti due esemplari: quello
conservato nell’Archivio del Museo Centrale del
Risorgimento ed un altro in possesso di un collezionista
privato
;
i testi dei due esemplari sono quasi identici ma nel
saggio si riproduce, per la sua pubblica
rintracciabilità, quello inedito conservato presso il
Museo del Risorgimento e che sembra essere una delle
prime stesure per le molte correzioni, cancellazioni e
integrazioni in esso presenti e che avrebbero portato a
compilare il secondo manoscritto caratterizzato,
rispetto al primo, da modeste varianti e perfezionamenti
che, ad ogni buon conto, sono riportate nel saggio per
completezza documentale.
Il titolo Giornaletto militare manifesta che
trattasi di un diario giornaliero di fatti militari non
rapportabile, quindi, ad una più articolata Cronaca.
Il manoscritto manca, infatti, di argomentazioni
strategiche e tattiche nonché del contesto dell’intera
Campagna militare e, in qualche misura, anche del
Battaglione d’appartenenza; vi sono inoltre contenuti
diversi errori riguardo date, nomi e luoghi (cui nel
saggio si pone rimedio attraverso molte note). Per
questi motivi il contributo storico del manoscritto è
oggettivamente scarso e anche fuorviante per gli errori
anzidetti; tuttavia vi si possono apprezzare importanti
conferme ad altri memoriali dell’epoca e spunti di
riflessione, sia umani sia sulla direzione della
Campagna militare, che lasciano comprendere quale fosse
il “clima ambientale” in cui versavano i Corpi
combattenti borbonici. La pubblicazione del
Giornaletto trova quindi motivo nell’ambito della
testimonianza dei diretti protagonisti di parte
borbonica i quali, se molto verosimilmente non avevano
cognizione dei contesti sociali, economici e politici,
interni ed esterni al loro Regno, certamente non
ignoravano quale fosse il loro dovere di soldati
istituzionali che in ogni tempo, luogo, e circostanza, è
quello di difendere in armi la propria Patria; dovere
che nonostante l’evidente prossima definitiva disfatta
adempirono degnamente mostrando sino alla fine un
contegno, una disciplina, una fedeltà che destarono
l’ammirazione di tutti
.
Limitarsi però come proposto in altre pubblicazioni
,
alla sola trascrizione del Giornaletto, che
riporta la gesta di una ristretto numero di combattenti,
ridurrebbe le gesta stesse ad un indecifrabile
susseguirsi di eventi sminuendone significato e valore.
Pertanto nel saggio si è proceduto ad inquadrare quanto
descritto nel Giornaletto nel contesto operativo
di tutto il Battaglione nonché, per quanto possibile,
nello scenario della Campagna d’autunno. Contesto e
scenario che si è scelto di rappresentare, giorno per
giorno, ricorrendo sistematicamente, nelle note, a
specifici estratti dalla nota Cronica della Campagna
d’autunno di Giovanni Delli Franci nonché a qualche
utile contributo di altri Autori, tutti riconosciuti per
attendibilità storiografica. Il saggio quindi consente
di offrire il più ampio quadro possibile sui fatti
operati dal 14° Battaglione Cacciatori, durante la
“Campagna d’autunno” rimanendo immersi nel “clima
ambientale” borbonico.
È doveroso evidenziare che tutti i componenti del 14°
Battaglione Cacciatori, essendo stato questo
costituito appena l’anno precedente lo svolgersi della
Campagna d’autunno, provenivano da altri Corpi, o vi
ebbero la prima assegnazione, per cui non potevano
disporre dell’affiatamento derivante da un pregresso
comune addestramento; ciò nonostante quel battaglione,
nel suo complesso, si comportò lodevolmente durante
tutta la Campagna, sia sul piano militare sia sul piano
etico, come ebbero a testimoniare il Delli Franci, nella
sua Cronica, e il re Francesco II, nel suo
proclama del
30 settembre 1860
alla vigilia della battaglia del Volturno.
Il saggio è poi corredato di un ampio Repertorio dei
nomi con tutti i dati anagrafici di ciascun personaggio,
completi per quanto possibile, e l’incarico ricoperto
all’epoca dei fatti; repertorio la cui compilazione ha
comportato una specifica indagine presso molteplici
fonti oltre a quelle riportate nella Bibliografia.
Infine, otto tavole a colori e b/n arricchiscono il
saggio.
(La recensione è a cura dell'autore del saggio)
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